Firme, attesa per la Consulta. «Sono a rischio le elezioni»

Nuove elezioni in Lombardia? Fantapolitica, fino a dieci giorni fa. Scenario plausibile, magari da domani. Tutto o quasi dipende dalla sentenza con cui la Corte Costituzionale si pronuncerà sul ricorso dei legali di Mercedes Bresso che contestano la vittoria elettorale del leghista Roberto Cota. Piemonte e Lombardia appesi a una sentenza. Cota e Formigoni legati a doppio filo allo stesso responso. Perché al di là delle proporzioni delle relative vittorie d'un soffio quella del governatore piemontese, nettissima quella del collega lombardo la questione giuridico-legale è analoga. Dieci giorni fa era arrivata la prima vera vittoria dei radicali lombardi. Il Consiglio di Stato aveva in pratica ribaltato il pronunciamento del Tar, riconoscendo la fondatezza del ricorso sulla questione delle presunte firme false al listino «Per la Lombardia». In definitiva il giudice amministrativo ha riconosciuto degna di attenzione e verifica la richiesta di Cappato e soci di effettuare una perizia disposta dalla magistratura amministrativa per accertare l'autenticità delle sottoscrizioni.
La sentenza della Consulta potrebbe rappresentare ora l'ulteriore svolta. In gioco c'è il punto centrale della questione. E cioè se la giustizia amministrativa, il Consiglio di Stato ap- punto, possa disporre velocemente e direttamente la perizia su firme potenzialmente false, senza dover attendere gli esiti della questione dì falso da parte del giudice ordinario. La questione dell'autenticità delle firme potrebbe essere così risolta nel giro di qualche mese e non rimandata ai lunghissimi tempi della giustizia ordinaria. Uno dei protagonisti della battaglia contro le presunte firme false raccolte dal centrodestra è Marco Cappato, il candidato governatore della Lista Bonino escluso dalla competizione regionale proprio per irregolarità amministrative. «Se le firme venissero finalmente controllate anche dal giudice amministrativo, a quel punto sarà doveroso annullare le elezioni falsate dalla "truffa Firmigoni"».
Secondo Enzo Balboni, ordinario di diritto costituzionale alla Cattolica, l'ipotesi di nuove lezioni non è così remota. «È una possibilità». «Perché la Corte - spiega Balboni - potrebbe emettere una sentenza "manipolativa", concedendo al Consiglio di entrare in una materia non di sua competenza, il falso, per poter giudicare su una questione di competenza amministrativa, come le procedure elettorali» (in un passaggio dell'intervista a Enzo Balboni, pubblicata a pagina 6 della cronaca di Milano il primo ottobre scorso, è stata erroneamente indicata la Corte di Cassazione invece della Corte Costituzionale, un errore di cui ci scusiamo con i lettori e con il professore).
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