Firmata la legge anti-gay, proteste Usa

II presidente dell’Uganda Museveni ha deciso dì sfidare l’occidente e, in particolar modo gli Stati Uniti. Dopo aver tentennato per qualche settimane, ieri ha infatti deciso di apporre la sua firma sulla legge che punisce con il carcere l’omosessualità. Le pene arrivano fino all’ergastolo per "omosessualità grave", ovvero l’avere rapporti sessuali con persone dello stesso sesso se si è sieropositivi. La legge rende reato anche l’essere lesbica e l’incoraggiamento all’omosessualità. All’atto della firma, in pubblico davanti all’edificio del parlamento Museveni ha detto tra gli applausi: «L’imperialismo occidentale vuole affermare i suoi valori, a noi dispiace vederli così, ma non ci immischiarne».
La Casa Bianca, che aveva chiesto all’Uganda di non approvare quella legge, ieri ha criticato duramente Museveni. «Invece di collocarsi dalla parte della giustizie e della libertà, il presidente ugandese ha deciso di fare un passo indietro in termini di diritti per i suoi cittadini - ha detto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney. Quel che gli Stati Uniti possono fare è bloccare 400 milioni di aiuti. «Continueremo a fare pressione sull’Uganda affinché ci ripensi» ha concluso Carney. Critiche anche dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni internazionali per i diritti degli omosessuali, che temono il moltiplicarsi di leggi di questo genere in Africa.
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