Fini: "Il Pdl non mi va più"

Dalla Rassegna stampa

A Gianfranco Fini il Pdl non piace più. Lo ha detto ieri nel corso di una delle tante presentazioni del suo libro Il futuro delle libertà. Diciamo che i più lo avevano già capito da tempo e che le parole del presidente della Camera almeno contribuiscono a fare uscire il dibattito dalle ipocrisie,
dalle convenienze politiche di facciata. Quando, mesi fa, questo giornale pose il «problema Fini», aprendo ufficialmente la questione all'interno del Pdl, l'interessato e i suoi fedelissimi tentarono di farci passare per pazzi scatenati, al punto da consigliarci pesanti dosi di Valium. Che i fatti, e ora anche le parole, ci abbiano dato ragione non ci fa sentire particolarmente intelligenti perché non
ci voleva un genio per capire che la fusione tra Forza Italia e An non stava andando per il verso sperato. Il progetto aveva un suo perché, e non soltanto dal punto di vista elettorale. Ma era indispensabile che il socio di minoranza, An, integrasse e completasse il patrimonio del socio di maggioranza, Forza Italia, senza conflitti o fughe in avanti. Da subito si è capito che Gianfranco Fini questa parte non aveva intenzione di recitarla, e che anzi il suo intento era di ostacolare dall'interno la creatura di Berlusconi, di usare il Pdl come un autobus solo per il tratto necessario a far maturare altri percorsi, ai più tuttora sconosciuti.
Intendiamoci, anche noi non siamo entusiasti di come vanno le cose nel centrodestra, e non solo per la tragicommedia delle liste elettorali, ma i motivi sono opposti a quelli per cui si lamenta Fini. Per esempio ci lascia perplessi che proprio ieri, ma è solo l'ultimo episodio in ordine di tempo, il braccio destro del presidente della Camera, l'onorevole Fabio Granata, dopo aver simpatizzato col popolo viola, abbia rilasciato una lunga intervista a Micromega, rivista della sinistra giustizialista, nella quale sostiene di essere disposto a far cadere il governo Berlusconi pur di impedire al Parlamento di approvare le norme sulla giustizia ipotizzate dal ministro Alfano.
Non vorremmo rifare facili previsioni, ma è evidente che ormai tra il Pdl e i finiani la corsa sta arrivando al capolinea. Buon senso vorrebbe che la spallata finale arrivasse dopo le elezioni, che
già si presentano complesse e difficili di loro. Fini e la sua squadra hanno invece deciso di fare una campagna elettorale stuzzicando più il Pdl e Silvio Berlusconi in persona che l'opposizione.
Avranno la loro convenienza che però non coincide più con quella degli elettori di centrodestra.
 

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