Fini, il governo e gli indagati

Ha cominciato col ritenersi obbligato, per rimanere "super partes", a stare, come si suoi dire, un po' di qua e un po' di là, a mezza via tra la maggioranza ed opposizione ed a pronunciarsi sempre per una "posizione mediana". Dato che ha il dono di una esposizione chiara e brillante anche delle cose che non capisce, Fini ha dato per diverso tempo l'impressione di essere veramente convinto del suo dovere di professare (e proclamare) posizioni mediane. Ma, proclama oggi e proclama domani, sembra che ora, per lui sia essenziale non tanto la "medianità", quanto la proclamazione. Ritiene di avere il dovere di parlare, di "sputare sentenze". Tanto parla bene e sembra che le cose che uno sa fare bene abbia il dovere di farle. E poi, nella sua ansia di darsi un tono di gran democratico e di liberatone (Dio ci salvi sempre dai neofiti) avendo, quindi, l'occhio rivolto al mondo anglosassone (un po' come Cavour) deve aver inteso dire che in Inghilterra il presidente della Camera dei Comuni si chiama "speaker" letteralmente "quello che parla", come alla radio. Colui che parla, che chiacchiera. Chiacchierone non deve essergli sembrata traduzione troppo disinvolta e lontana dall'originale. Dunque, presidente-chiacchierone. Oramai vaglielo a far capire che, invece, lo speaker sta sempre zitto e che anche il presidente della Camera, finché ce n'è stato uno sul serio, come tale definibile, non doveva mai esprimersi sul merito dei provvedimenti da adottare, dei problemi politici sul tappeto, pro o contro il governo. Quelli che gli stanno intorno, e con ciò si son ritagliati uno spazio politico, ovviamente lo stimolano a chiacchierare. Essere considerati i suggeritori di uno che sta zitto non giova granché ad un ruolo politico. Così deve ragionare Della Vedova (che non ha, del resto, appreso il valore del tacere stando accanto a Pannella) né la Ninfa Egeria, la Bongiorno, che a suo tempo si è fatta buona fama di avvocato suggeritore dei più autorevoli e noti colleghi dei Collegio di difesa di Andreotti. Ora, di chiacchiera in chiacchiera, Fini ha finito per proclamare che "gli indagati" devono essere fatti fuori da incarichi di governo. Sembra di sentire i discorsi del periodo più cupo ed ambiguo di "Mani Pulite". Quando infuriava la caccia alt"inquisito" (come allora si preferiva chiamare l'indagato). E, in quanto inquisito, fu estromesso dalla carica di Sottosegretario alla Finanza il Colonnello Pappalardo, allora del Psdi, che, magari proprio sottosegretario non avrebbero dovuto mai farlo, ma che ne fu cacciato perché "inquisito": per "diffamazione militare" (esiste anche questo reato del Codice Penale Militare). Comunque allora non era il Presidente della Camera ad invocare questa "regola". Una regola che si presterebbe non solo a far nascere "casi Pappalardo", ma anche di peggio. Perché la Ninfa Egeria di Fini, alias on. Giulia Bongiorno, dovrebbe pure spiegare, al suo leader e cliente perché almeno lei ci avrà fatto caso - che indagato è un tale su cui il pm "indaga" magari per vedere un po', visto che chi cerca trova, se ci siano sul suo conto, o sul conto di altre persone che abbiano a che fare con lui, "notizie di reato". Che col nuovo Codice non sono condizione perché il P.M. si metta ad indagare, come era scritto, nel vecchio Codice. Adesso il pm indaga, "ai fini dell'azione penale" e le notizie di reato le va a cercare. Vi può essere un indagato (e può, magari, esser messo al fresco) senza che, con ciò sia "esercitata l'azione penale" che viene in essere solo quando il pm chiede il rinvio a giudizio. Sembra, però che l'azione penale sia "obbligatoria". Come dire che "obbligatorio..." è il rinvio a giudizio. E guai chi ha qualcosa da obiettare. L'Anm se lo mangia vivo. E' difficile che la Ninfa Egeria spieghi questo pasticcio al presidente Fini, ed ancor più difficile .che questi, lo capisca. E capisca che prendersela con gli "indagati" è poi, oltretutto alquanto complicata, tutt'altro che semplice e razionale. Anche per chi non sia presidente della Camera. Ma Fini avrà il "conforto" dei magistrati, cioè della loro Associazione, l'Anm, che non si fa certo scrupolo di "interferire" nella vita degli organi costituzionali. Cosa per la quale i privati vengono messi in galera perché chi "interferisce" è, evidentemente, della P3. Bello, vero?
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