Fini chiede le dimissioni del Cavaliere I ministri si schierano: ma lo faccia lui

Dalla Rassegna stampa

«Il premier dovrebbe dimettersi». Gianfranco Fini lo dice in modo esplicito in un’intervista al Corriere adriatico. Un invito subito contestato da ministri e dirigenti del Pdl che reagiscono duramente definendo «inaudita» quella richiesta, sostenendo invece che debba essere lui a farsi da parte perché «a capo di una fazione e quindi ormai incompatibile con il suo ruolo super partes». Al momento, però, non si conoscono eventuali iniziative del Pdl contro Fini. Ci si limita a dire che si è in attesa di novità, che alcuni boatos danno per imminenti, riguardanti il nome del proprietario della famosa casa di Montecarlo.
 
 All’inizio di una settimana delicata per la maggioranza, impegnata a superare lo scoglio del voto di sfiducia nei confronti del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, il clima torna a surriscaldarsi nonostante l’esortazione di Roberto Maroni a deporre le armi e a discutere dei problemi del Paese. E così dopo la denuncia di un «piano eversivo» nel quale, a giudizio di Berlusconi, avrebbe un ruolo anche il presidente della Camera, è lo stesso Fini a replicare.
 
Fini ricorda che «d’equilibrio tra poteri e funzioni dello Stato è l’essenza della democrazia e ci deve essere rispetto tra gli esponenti delle varie istituzioni». E poi, alludendo alle critiche sollevate dallo stesso Berlusconi alle indagini sul caso Ruby, rileva che «il potere politico non deve temere diminuzioni di autorità o di sovranità dalle inchieste dei giudici. Se esistono patologie nel sistema, queste patologie devono potere emergere alla luce del sole, nella fisiologia e nella normalità dei rapporti istituzionali». Ma non si limita a questo, Fini denuncia anche «da concezione patrimoniale e para-feudale della politica che anima il Pdl, dove la discussione interna è stata brutalmente soffocata». Insomma, è la sua conclusione, «il vero tradimento è promettere riforme e persino rivoluzioni per poi attuare la politica del giorno dopo giorno e del basso profilo riformatore».
 
 Governo e maggioranza respingono le pretese di Fini. I ministri Angelino Alfano (Giustizia) e Franco Frattini (Esteri) escludono che Berlusconi possa farsi da parte. Alfano, in particolare, dice che «il premier è stato molto chiaro: non è stato con una minorenne». Per Sandro Bondi (Cultura) è «inaudito che Fini chieda le dimissioni del premier, che per di più è il leader della maggioranza che lo ha indicato nel ruolo di presidente della Camera». Ecco perché Fabrizio Cicchitto, capogruppo pdl alla Camera, esorta Fini a fare un passo indietro perché «è incompatibile con la presidenza della Camera». Riassume Osvaldo Napoli: «Con la richiesta che fa a Berlusconi, Fini si mette contro il presidente Napolitano, impegnato con equilibrio e prudenza a scongiurare le elezioni e ad assicurare la stabilità».

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