In Finanziaria resta l’ecobonus

Dalla Rassegna stampa

La mancata conferma dello sconto aveva provocato infinite proteste. Delle aziende del settore, di Confindustria, ambientalisti, Pd e Futuro e Libertà. La promessa del governo di confermarlo con il decreto Milleproroghe di fine anno non era stata sufficiente: il timore era che alla fine la misura sarebbe saltata. E così, ieri, la decisione di chiudere la polemica: con un emendamento alla legge di stabilità, da oggi in votazione alla Camera, il governo confermerà la detrazione al 55% per gli interventi di ristrutturazione eco-compatibile. Con un però: lo sconto non potrà essere detratto dalle dichiarazioni dei redditi - come accade ora - nell’arco di cinque anni, ma andrà «spalmato» su dieci. «Lo faremo per dare stabilità agli investimenti nel settore», ha spiegato ieri durante la replica di chiusura della discussione generale il viceministro all’Economia, Giuseppe Vegas. Il governo conferma lo sconto, ma permettendone l’applicazione secondo le stesse modalità con le quali oggi si concede lo sgravio del 36% per le ristrutturazioni edilizie. Il compromesso serve al governo per evitare di cambiare i saldi della manovra in corsa; così facendo la gran parte della copertura del bonus verrà infatti imputata alle tabelle del 2012. Buone notizie anche per i cinquemila malati italiani di sclerosi laterale amiotrofica, meglio nota come Sla: dopo una manifestazione di fronte al ministero dell’Economia per via dei tagli, il Tesoro ha promesso lo stanziamento di nuovi fondi a loro favore. «Ci sarà un emendamento di spesa del governo», si legge in una breve nota. Mina Welby, presente alla manifestazione, spiega: «Il governo ha tagliato 400 milioni di euro di cui 300 per la non autosufficienza, altri 100 per la formazione di personale qualificato». Ieri sera l’entità dell’aiuto non era formalmente quantificato. Il governo introdurrà la voce nella tabella della legge di bilancio, rimandando la decisione alla definizione dei «livelli essenziali di assistenza» e alla trattativa con le Regioni sul riparto dei fondi 2011 per la sanità. La cifra complessiva dovrebbe comunque aggirarsi attorno ai cento milioni di euro. In molti plaudono, la deputata radicale Maria Antonietta Farina Coscioni esce dal coro e denuncia la mancanza di certezze: «L’impegno assunto non è garanzia di nulla». Fra oggi e domani la legge di stabilità dovrebbe terminare il suo passaggio alla Camera. Poiché la pattuglia finiana non la voterebbe, il, governo non sembra intenzionato a chiedere il voto di fiducia. Eppure, nonostante la richiesta del Pd di «fare in fretta», ieri sulla manovra pendevano ancora più di 400 emendamenti in gran parte dell’opposizione. Il via libera definitivo alla legge è comunque deciso per il 10 dicembre: lo ha sancito l’incontro fra Giorgio Napolitano e i presidenti delle Camere. Ieri Vegas ha difeso l’impianto di politica economica scelto dal governo e criticato da Gianfranco Fini: «Il taglio lineare responsabilizza il destinatario e i singoli ministeri. In qualche caso funziona, in altri no, ma l’esigenza fondamentale è quella di ridurre la spesa».

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