Ferragosto in Transatlantico

Qualche deputato comincia a sudare freddo. E non perché i condizionatori nel Palazzo vanno a tutto regime o perché teme di vedersi prima o poi sgonfiata - chissà se mai e davvero - la busta paga con generosi benefit annessi.
La preoccupazione è un'altra. E si legge "manovra da 47 miliardi”.
Ma sia chiaro, i timori non sono tanto per gli emendamenti che peones e no di maggioranza vorrebbero inserire tra le pieghe del decreto tremontiano. Impresa quasi disperata, considerato che la doppia fiducia è una certezza. Il problema è più...vacanziero. Ovvero: visto che la manovra arriverà in aula alla Camera l'ultima settimana di luglio - dopo che il Senato l'avrà esaminata in soli 15 giorni - c'è il fondato pericolo che l'esame del decreto si protragga in agosto. Dopo un turbolento luglio già colmo di appuntamenti parlamentari. Non sarà mai che la Camera (davvero, metterà solo il suggello al testo del Senato?) lavori oltre i fatidici primi di agosto? E che, dopo, i senatori debbano fare gli straordinari? E magari rinviare le ferie già prenotate? Certo, il Parlamento aperto a Ferragosto non s'è mai visto. Ma il peone, intanto suda freddo. E anche per questo darà a maggior ragione la sua granitica (e veloce) fiducia a Tremonti.
© 2011 Il Sole 24 Ore. Tutti i diritti riservati
SU