Fecondazione, nuovo scontro: la legge ritorna alla Consulta

Dalla Rassegna stampa

Operaio, 40 anni, non può avere figli perché non produce spermatozoi. Una malattia avuta da ragazzo gli impedisce di diventare padre. Sua moglie ha 37 anni, accetta di sottoporsi a fecondazione artificiale. Con la donazione dei seme. 1 due vanno in Svizzera e in Cecoslovacchia: sei tentativi falliti. Dopo anni e anni di speranze andate in fumo la coppia piemontese non cela fa più a sostenere le spese. Chiede di poter fare la fecondazione in Italia, nonostante il divieto all'eterologa. No, quindi, all'utilizzo di ovuli o di seme donati da persone estranee alla coppia. Per loro, qui non ci sono possibilità. Si rivolgono all'Associazione Luca Coscioni, gli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini presentano ricorso al tribunale di Firenze. Ieri, la decisione dei giudici. E la legge sulla fecondazione assistita torna, per la seconda volta, all'esame della Corte Costituzionale. Si spaccano di nuovo, a tre giorni dall'assegnazione del premio Nobel al papà della fecondazione artificiale Robert Edwards, le comunità scientifiche e i politici. Altri 5 ricorsi, intanto, aspettano una risposta. Sulla procreazione «c'è una legge e va rispettata», sentenzia il ministro della Salute Ferruccio Fazio, mentre il sottosegretario Eugenia Roccella parla del rischio dì una «deregulation» e di un possibile ritorno al Far West della procreazione. Maurizio Sacconi, ministro del Welfare, mette in guardia dalla «logica della selezione della specie». «Si tratta di una rivalsa della volontà popolare», rincarano i due membri del governo dal momento che il referendum. nel 2005, aveva confermato proprio il divieto alla fecondazione eterologa.
«Il giudice - spiegano i legali - ha riconosciuto le istanze mosse dalla coppia dopo aver rilevato profili di manifesta irragionevolezza del divieto assoluto di eterologa per l'evidente sproporzione mezzi-fini. Abbiamo deciso di raccogliere questa sfida nonostante fosse la più difficile tra tutte quelle necessarie per riscrivere la legge 40. Ci sembrava che i tempi fossero maturi e si stesse creando una sensibilità finalmente europea nei confronti di questo problema. Come dimostra anche il Nobel ad Edwards che riconosce come questa medicina,raccolga, in realtà, istanze ed aspirazioni profondamente umane». Una legge «ideologica» la definisce il segretario del Pd Luigi Bersani. Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd, risponde che «il far West c'è già». L'Ivd chiede un cambiamento della legge insieme ad Ignazio Marino. I finiani difendono i giudici di Firenze. «Nessun complotto - dice Benedetto Della Vedova, vice capogruppo vicario di Futuro e Libertà - contro la democrazia. È la legge che ha strabordato. Ricordiamo che non stiamo parlando di pericolosi criminali ma di coppie che desiderano bambini da crescere». Rocco Buttiglione, presidente Ude è del parere che «sia sbagliato il tentativo di trasformare ogni desiderio in un diritto».
Il Vaticano dice no alla «corsa al ribasso» innescata, a suo giudizio, dalle tecniche di fecondazione artificiale. L'Osservatore Romano: «il vero nodo è la prevenzione della sterilità», Tutto questo in un paese che conta un altissimo numero di coppie che vanno all'estero per avere un figlio: trentamila quelle coinvolte in Europa secondo la Società europea di riproduzione umana, il 32% sono italiane. «La legge è frutto dell'oscurantismo più bieco» commenta Severino Antinori, presidente della World Association Reproductive Medicine. E ora, l'Associazione Luca Coscioni ha pronto un nuovo ricorso. Contro il divieto di ricerca scientifica sugli embrioni abbandonati.

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