Fazio e Saviano, fine delle trasmissioni

Dalla Rassegna stampa

Chi non si è sentito rappresentato da questa trasmissione, può farne un’altra: e noi la guarderemo volentieri". Tra le critiche di chi l’ha definita "una messa", zeppa di retorica e di celebrazioni stanche, e gli elogi di chi sostiene che abbia rivoluzionato il modo di fare tv, Vieni via con me è arrivata alla fine. E Fazio, nell’elenco di "cose che ha imparato facendo questa trasmissione" , non poteva non citare il famigerato "contraddittorio". Quello che è stato ottenuto dal ministro Maroni e che invece non è stato concesso al Movimento per la vita.
 
 Ultima puntata, fine del diritto di replica. Senza nessuno a chiedere un posto per raccontare la sua versione dei fatti, il monologo di Saviano (sul terremoto dell’Aquila e il crollo della Casa dello Studente) questa volta non potrà fare rumore, almeno come lo ha fatto fino ad oggi.
 
Era successo con la prima "orazione civile", quella sulla macchina del fango; era esploso con il monologo sulla ‘ndrangheta al Nord e gli elenchi letti da Fini e Bersani; era proseguito nella terza puntata, quella della replica di Maroni; ed ha avuto uno scoppio ritardato nel caso di Beppino Englaro e Mina Welby. Le loro parole, quelle di chi ha condotto la battaglia per il diritto a una "fine degna", sono andate in onda nella seconda puntata. Eppure, oscurate dal can can sui rapporti tra la Lega e la malavita organizzata, hanno cominciato a far discutere solo nei giorni scorsi, quando i rappresentanti del Movimento per la vita hanno reclamato spazio anche per loro.
 
Lunedì 15 novembre, il tempo dedicato alla libertà di scelta di un malato terminale e del padre di una donna da 17 anni in stato vegetativo, è stato di nove minuti e 24 secondi. Per la precisione, 5 minuti e 22 a Beppino Englaro, 4 minuti e 02 a Mina Welby. Media di ascolti di quella puntata: 9.031.000 spettatori, il 30,21% di share. Ma come era già successo nel caso Maroni - le contro-dichiarazioni del ministro hanno occupato più di tre ore di palinsesto, contro il monologo di Saviano che era durato solo mezz’ora - anche il movimento pro-life, dalle proteste ha ottenuto grande visibilità. Solo in queste due settimane hanno avuto 15 minuti a l’Arena di Domenica In, un’intera puntata di A sua immagine (48 minuti e 50), un servizio ad hoc del Tg1 nell’edizione delle 20 di sabato (1 minuto e 25), un Punto di vista del Tg2 della durata di 14 minuti. Totale: un’ora, sedici minuti e 75 secondi. Non mancherà Porta a Porta - la messa in onda, salvo novità di cronaca, dovrebbe essere già stasera - che gli dedicherà un’intera puntata.
 
E non si creda all’eccesso "riparatorio": Fulvio De Nigris, fondatore della Casa dei Risvegli, a Domenica In c’era già stato il 17 ottobre, per 12 minuti. Il giorno 5 dello stesso mese era a Uno Mattina, per 9 minuti, e due giorni prima era a Racconti di vita, per altri quattro minuti e mezzo. "In pratica spiega Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani - si può dire che solo nel weekend hanno parlato a oltre 6 milioni di ascoltatori, esclusi i 10 milioni di spettatori del tg, che si aggiungono ai precedenti 7 milioni di ottobre".
 
Fazio ieri sera, non li ha voluti in studio, anche se ha spiegato che il leader del Movimento per la Vita Carlo Casini è benvenuto a Che tempo che fa. In compenso, ieri, oltre al monologo di Saviano sul terremoto aquilano, si è parlato di scuola, di università, di cooperazione internazionale. Benedetta Tobagi ha letto l’elenco delle cose che le ha lasciato suo padre Walter, il giornalista ucciso dai brigatisti trent’anni fa. Al premio Nobel Dario Fo, è stato affidato l’elenco delle "cose che ancora oggi Macchiavelli avrebbe da dire a chi governa il popolo italiano". A Milena Gabanelli, "il numero uno della televisione italiana" dice Fazio, l’onore di elencare tutte le cause civili intentate contro Report. Si è parlato anche di mafia, con don Luigi Ciotti e Pietro Grasso. Nell’elenco delle cose di cui ha bisogno per combattere la mafia, il procuratore nazionale ne ha esclusa una: "L’annunciata riforma della giustizia". Si è riso con Antonio Cornacchione che ha ricordato le più belle battute del premier. Quelle, anche senza Vieni via con me, le continueremo a sentire.

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