Farmaci con cannabis, negli ospedali a gennaio

IL CASO / L’uso sarà riservato solo a patologie gravi: chemioterapia, sclerosi multipla
I FARMACI a base di cannabinoidi arriveranno da gennaio negli ospedali piemontesi e potranno anche essere prescritti dal medico di base. Farmaci di seconda scelta tuttavia, ovvero prescrivibili soltanto se le medicine normalmente utilizzate non dovessero garantire i risultati auspicati o se il medico dovesse ritenere che i farmaci contenenti cannabis possano essere più efficaci. L’uso è poi limitato ad alcune patologie gravi. Può essere utilizzato per combattere il dolore nelle sclerosi o per le lesioni del midollo spinale con dolore resistente alle terapie convenzionali e anche nel dolore cronico (in particolare quello neurogeno) in cui il trattamento con antinfiammatori si è dimostrato inefficace. La nausea e il vomito causati da chemioterapia, radioterapia e terapia per Hiv possono essere curati con cannabinoidi, così come può dimostrarsi efficace per stimolare l’appetito in casi di anoressia o inappetenza in pazienti oncologici o affetti da Aids o anoressia nervosa. Può combattere l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali e ridurre i movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Turette.
Prematuro adesso prevedere l’entità della domanda, ma una prima verifica è prevista già a giugno — spiega Antonio Saitta «quando si potrà avere un quadro dettagliato sia sulla spesa sia sulla richiesta dei medici ». Certo, prosegue, «con la produzione fatta in Italia presso il centro autorizzato dal ministero a Firenze, questi farmaci costeranno la metà rispetto a quelli importati dall’Olanda». Duecentomila euro è l’investimento previsto dall’assessorato per questo tipo di farmaci. La delibera approderà in giunta fra due settimane e sarà prima discussa in commissione.
L’assessore alla Sanità intende dunque smentire chi temeva che le operazioni per l’ingresso ufficiale dei cannabinoidi in Piemonte fossero volutamene rallentate:«Abbiamo atteso l’esito del gruppo di lavoro nazionale appena sfociato in un’intesa Stato- Regioni, che diventerà decreto la prossima settimana. In questo modo partiremo allineati evitando il caos di provvedimenti regionali presi in autonomia». La fornitura avverrà direttamente da parte delle farmacie ospedaliere. Solo se queste sono sprovviste, allora si potranno chiuedere in una farmacia aperta al pubblico.
Il capogruppo di Sel in Consiglio regionale Marco Grimaldi, che ha lottato a lungo per questa legge, si augura che la risposta arrivi al più presto: «Siamo contenti che il servizio sanitario nazionale assumerà a proprio carico la spesa. Resta tuttavia la convinzione che l’uso limitato al trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard sia troppo restrittivo». I radicali criticano invece l’ipotesi che alla fine il Piemonte contribuisca a creare un «monopolio fiorentino», considerato che la produzione italiana arriverebbe tutta da lì.
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