Famiglia Cristiana: «Costituzione dimezzata»

Dalla Rassegna stampa

Nuovo attacco di Famiglia Cristiana contro Silvio Berlusconi. Ed ennesimo botta e risposta con esponenti di primo piano del Pdl. Questa volta l'editoriale («La Costituzione dimezzata») non è a firma dell'attuale direttore don Antonio Sciortino, ma della firma storica dei settimanale dei Paolini, Beppe del Colle: «Dimezza la Costituzione, comanda solo lui», questa in sintesi la contestazione. Il casus belli che ha scatenato le ire del periodico sono state le recenti esternazioni del premier sui «formalismi costituzionali». Un'affermazione che, prosegue il settimanale dei Paolini, contraddice il dettato della Carta fondamentale. «Così lo sappiamo dalla sua viva voce: in Italia comanda solo lui - scrive Beppe Del Colle - grazie alla sovranità popolare che finora lo ha votato. La Costituzione in realtà dice: "La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". Berlusconi si ferma a metà della frase, il resto non gli interessa, è puro formalismo». L'affondo si fa ancora più duro quando si parla del mondo cattolico. «La discesa in campo in Berlusconi», scrive Del Colle, «ha avuto come risultato quello che nessun politico nel mezzo secolo precedente aveva mai sperato: spaccare in due il voto cattolico, (o, per meglio dire, il voto democristiano)». Infine le parole più dure sulle regole del berlusconismo: «Se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei -devoti) all'embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: "il metodo Boffo" (chi dissente va distrutto) è fatto apposta». Un commento che infiamma le repliche del Pdl schierato tutto a difesa di Berlusconi. Il ministro Bondi, che è uno dei coordinatori del Pdl, replica seccato: «Sono offeso come cattolico, provo sconcerto e disgusto». Mentre il sottosegretario Francesco Giro parla di «argomenti indecenti, pornografia politica». «Penso che ormai Famiglia Cristiana non faccia più notizia. Ogni settimana sembra diventata la fotocopia de Il Fatto e de l'Unità, e non mi pare che questa sia la caratteristica di un settimanale cattolico», afferma il vicepresidente della Camera, il ciellino Maurizio Lupi. Mentre il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, rivendica di aver «denunciato per primo anni fa la deriva di Famiglia un tempo Cristiana.
Anche la Santa Sede prese le distanze da un giornale che non la rappresenta in alcun modo». Poi lancia un messaggio oscuro: «Sono stato anche il primo a rilevare gli incoerenti stili di vita del direttore del periodico. Il suo è un caso umano collegato ad un'evidente crisi personale. Che va rispettata ma che danneggia il periodico in modo irreparabile». Tanto che Gasparri si chiede come mai don Sciortino sia rimasto ancora alla guida del settimanale, nonostante il crollo delle copie vendute, che, secondo la sua analisi, sarebbe legato proprio alla linea «politica» perseguita da Sciortino. «Le parole offensive usate dagli esponenti del Pdl contro il direttore di Famiglia cristiana don Sciortino confermano in pieno la correttezza dell'analisi svolta dal settimanale», dichiara il deputato dell'Udc Pierluigi Mantini, componente della commissione affari costituzionali di Montecitorio. Per Luigi De Magistris, eurodeputato dell'Italia dei valori, contro Famiglia Cristiana si è scatenata «un'aggressione tribale».

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