Falcone a chi? Si sfascia il partito dei giudici

Dalla Rassegna stampa

«Non mi interessano i suoi personali giudizi su di me, e alle sue piccinerie siamo abituati da anni. Mi basta sapere cosa pensava di me Paolo Borsellino e cosa pensava di lei», ha ribattuto ieri acidamente Antonio Ingroia alle critiche che Ilda Boccassini gli aveva mosso per essersi paragonato a Giovanni Falcone. Fra il pupillo del giudice ucciso dalla mafia nel luglio 1992 – ora leader di una lista che si candida alle elezioni, Rivoluzione civile – e il magistrato che chiese di andare alla procura di Caltanissetta per indagare su quella strage, vale a dire due protagonisti delle indagini di una delle pagine più difficili e ancora oscure della recente storia italiana continuano a volare gli stracci.
Il casus belli? Le critiche per la discesa in campo arrivate a Ingroia da diversi colleghi, da cui quel «fu così anche per Giovanni Falcone» che ha portato Ilda la Rossa a dichiarare, cosa rara, in tv. A ritenere il paragone quantomeno azzardato (anche se lui dice che c’è stato un misunderstanding) sono in parecchi. Lei l’ha detto. E del resto, la grande stima che Boccassini nutre verso la figura di Falcone risale alla fine degli anni ‘80, quando i due si sono trovati a collaborare sugli intrecci delle inchieste di mafia a Milano, dove lei rappresentava il suo riferimento.
Un apprezzamento che Boccassini non ha smesso mai di nutrire e che si è trasformato, nel giorno della commemorazione della sua morte a Milano, anche in una sorta di j’accuse nei confronti dei molti che ai tempi avevano avversato – in primis Gherardo Colombo – la sua idea di superprocura antimafia poi divenuta un fatto concreto. Una cosa che aiuta a capire meglio le reazioni di questi giorni.
Interviene a fischiare il time out il fratello del magistrato, Salvatore Borsellino, che pure, nonostante le critiche, lo voterà: «Contino entrambi fino a 30 prima di aprire bocca e lascino il nome di mio fratello fuori dalla campagna elettorale. Il mio amico Ingroia ha fatto un intervento fuori dalle righe».
Resta il dubbio su ciò che Borsellino pensasse di Boccassini. Risponde opportunamente Borsellino: «È una risposta che alimenta una polemica che sarebbe meglio sopire. Antonio dovrebbe evitare di riferire cosa avrebbe detto una persona che è morta».

 

© 2013 Europa. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK