Expo, è scontro anche sulla newco

È toccato a Letizia Moratti rilanciare sui terreni di Rho-Pero. Perché se il sindaco ha ormai accettato di percorrere la strada della newco per acquisire le aree di Expo, c'è un punto su cui non vuole cedere: è Palazzo Marino, che più di ogni altro ente ha la responsabilità dell'evento, a dover avere in mano la maggioranza della nuova società. E non, come nella proposta di Roberto Formigoni, la Regione in tandem con Fondazione Fiera. Eccola, l'ultima partita a distanza che si sta giocando sul 2015. Ed ecco il vero motivo per cui, ieri, il comitato esecutivo e il consiglio generale di Largo Domodossola hanno rinviato ogni decisione ufficiale a venerdì prossimo: lasciare spazio e tempo a una trattativa continua tra gli enti. E, soprattutto, ancora aperta.
La ragione di quella «ulteriore riflessione» chiesta dal presidente Giampiero Cantoni, in fondo era già scritta tra le righe del comunicato diffuso da Fondazione Fiera per spiegare la nuova dead line: servono ancora giorni «per poter raggiungere una piena condivisione dei principali stakeholders, al fine di trovare una modalità tecnica nell'interesse di tutte le parti istituzionali». Una decisione benedetta da Formigoni perché la «modalità tecnica» (accanto al comodato d'uso che è ancora in vita formalmente) è la newco, da sempre caldeggiata dal governatore: «Valuto positivamente - dice il presidente della Regione - che Fiera abbia scelto di prendere qualche giorno in più di riflessione. Confermo che le nostre amministrazioni stanno lavorando in piena unità di intenti e con grande armonia e che il 19 aprile ci presenteremo al Bie con tutte le carte in ordine». Il problema adesso è: quali saranno le quote nella società? E quale il valore da attribuire alle aree? È per definire queste questioni che tra Comune e Regione stanno viaggiando simulazioni e proposte. Dalla nuova società, per ora, rimarrebbe fuori il gruppo Cab assi. Gli imprenditori, secondo Regione e Comune, non sono interessati a farne parte e venderebbero i terreni (40 milioni di euro la cifra sul tavolo) a Fiera. È anche per il ruolo determinante che largo Domodossola rivestirebbe nell'operazione che, nelle ipotesi del Pirellone, l'ente dovrebbe avere almeno il 40 per cento delle quote della newco, con Regione e Comune a circa il 28 per cento a testa, il 3 per cento alla Provincia e l'1 per cento al Comune di Rho. Pesi che Palazzo Marino ribalta, chiedendo di detenere più del 50 per cento. Non solo. I tecnici dovranno far certificare da banche specializzate la sostenibilità economica della newco e avere la certezza che sia redditizia dopo il 2015.
Intanto, la leader radicale Emma Bonino accusa: «Si è perso un sacco di tempo e non so se sia recuperabile un'idea di Expo all'altezza degli anni duemila. La macchina di Expo si è inceppata per le difficoltà del centrodestra».
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