Gli esploratori del Pd cercano ma il faro è sempre lo stesso: Casini

Getta la spugna Nicola Zingaretti. L`Udc non sosterrà mai Emma Bonino nella corsa alla Presidenza della Regione Lazio. Pierferdinando Casini è stato chiaro: "Se i nomi sono questi allora appoggiamo la Polverini". Parole che costringono il numero uno della Provincia di Roma, incaricato da Bersani di sondare Udc e Idv, rimanda la palla al suo partito. "O individuiamo una novità forte da cui ripartire, una autorevole candidatura di livello nazionale, o sosteniamo con tutte le forze Emma Bonino". Perché, ha spiegato Zingaretti, allo stato delle consultazioni "non esistono le condizioni per una candidatura che coinvolga tutte le forze di una coalizione così ampia". Partita conclusa in Lazio? Forse. Perché è proprio Casini a lasciare aperto un piccolo spiraglio. La riunione del vertice dell`Udc prevista per domenica che dovrebbe concludersi con la decisione definitiva sulle alleanze nel Lazio, forse sarà rinviata. In attesa della proposta-choc del Pd. Un nome nazionale che non dispiacerebbe a Casini? Negli ambienti del Pd ieri sera si faceva quello di Enrico Letta, anche se non è un mistero che proprio una eventuale candidatura del Presidente della Provincia di Roma potrebbe convincere l`Udc a cambiare idea. "Al punto in cui sono arrivate le cose Nicola resta dov`è: fa l`esploratore e basta", dicono però i suoi. "Si sono fatti troppi errori e si è perso troppo tempo". Sotto accusa è il vertice laziale del Pd e il suo segretario Alessandro Mazzoli che ha gestito "male,anzi malissimo tutta la partita". Il ragionamento è questo: il 17 dicembre, all`assemblea degli eletti del Pd, Zingaretti offre la sua disponibilità a candidarsi, ma pone due condizioni, la prima è quella di costruire una coalizione allargata a Udc e Idv, la seconda è quella di proiettare la stessa alleanza perla Provincia. Da allora fino ad oggi Mazzoli non avrebbe fatto granché, lasciando aperto quel vuoto politico colmato da Emma Bonino. "Ed ora - dicono i fedelissimi del Presidente - è difficile tornare indietro". Anche perché gli ultimi sondaggi, autore "Crespi Ricerche", danno Zingaretti perdente col 48% e la Polverini al 51, e riservano una sorpresa. Se a scontrarsi con la sindacalista indicata da Fini dovesse essere Emma Bonino, non è escluso un ribaltamento delle posizioni con la vicepresidente del Senato al 51 e la Polverini al 49%. Se il Pd sarà costretto ad accettare la candidatura Bonino per mancanza di alternative forti, dovrà anche scontare le fortissime contestazioni dei cattolici all`interno del partito. Paola Binetti, esponente dell`ala teodem, è stata nettissima: "Se candidano Emma Bonino vado via e voto per la Polverini". Caos totale anche in Puglia. Francesco Boccia, l`altro "esploratore" incaricato da Bersani, sta continuando le sue consultazioni. Le primarie sono in forse (l`Udc non le vuole e Casini ha comunque già scelto Boccia), e senza consultazione popolare Vendola presenterà una propria lista che i sondaggi valutano intorno al 10%. In queste condizioni la sconfitta del centrosinistra allargato all`Udc è certa, anche perché il Pd è dilaniato tra vendoliani e seguaci di Boccia, tra ultras delle primarie e fautori del primato degli accordi tra le segreterie. Una realtà che fa dire a Pierluigi Castagnetta che "al punto in cui siamo te primarie mi sembrano una soluzione quasi obbligata". Boccia, stando ai rumors che circolano a Bari e dintorni, non le ama, forse ricordando l`esito catastrofico del 2005, quando fu sconfitto da Nichi Vendola, allora considerato poco meno di un outsider. Il governatore, che ieri ha seccamente smentito di avere in calendario incontri con il candidato-esploratore del Pd, ha ribadito la sua posizione. "Politicamente non ho molto da dire a Boccia: aspetto di sapere se ci saranno le primarie, fuori da questo schema è impossibile ogni tipo di convergenza". Boccia ieri ha continuato il tour de force degli incontri. "Stiamo mettendo insieme tutti i tasselli, domani tireremo le somme". E anche sulle primarie il pupillo di Enrico Letta è costretto ad essere possibilista. "Se lo decide l`intera coalizione vanno anche bene". Sulla sua candidatura la prende da lontano: "I nomi vengono dopo, molto dopo la costruzione di una coalizione ampia che ci consenta di fermare la destra in Puglia". Infine conclude con una espressione tipicamente barese: "Se la processione è andata bene si vede al ritorno in Chiesa".
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