Gli esperti non credono alle larghe intese, Bonino prima nei sondaggi

Togliamoci dalla testa un nome condiviso. Almeno a sentire politologi e sondaggisti, il nuovo inquilino del Colle non metterà di certo tutti d’accordo.
Elisabetta Gualmini, presidente dell’Istituto Cattaneo e ordinario di Scienze politiche all’Università di Bologna: «Lo scenario è davvero oscuro. C’è ancora nebbia fitta all’orizzonte. Bersani sta lavorando ad un nome condiviso che vada bene sia a destra che a sinistra. Ma Berlusconi va per la sua strada e dice: o governissimo, oppure si va alle elezioni. E a dire la verità anche Bersani a volte si contraddice e ribadisce che comunque vada lui prosegue anche davanti ad una minoranza di governo. La verità è che rivorrebbe uno come Napolitano, una figura che conosca il mondo politico. Non certo un outsider perché in questa fase di frantumazione un economista, oppure un estraneo al mondo politico, non sarebbe certo in grado di traghettare i partiti che sono già malridotti per conto loro». E Piero Ignazi, ordinario di politica comparata all’Università di Bologna: «Vedo estremamente difficile un accordo tra Pd e Pdl tale da poter dare il via alla nascita di un governo. Dubito che possa stare in piedi un’ipotesi del genere. Indipendentemente dal nome scelto per il Capo dello Stato. Dunque, scordiamoci una soluzione condivisa. Sono sempre più convinto che l’unica strada percorribile sia quella di tenerci il governo Monti fino a quando non si porteranno a casa le riforme e poi arrivare a settembre e tornare al voto». Alessandra Ghisleri, sondaggista di Euromedia Research insiste su un punto: «Questo stop necessita di una soluzione rapida perché è uno stallo che pagano i cittadini. Il trend che registriamo è quello della richiesta di una figura che abbia grande carisma e in grado di potersi intestare una soluzione per il Paese. Ecco perché il profilo è quello di una persona che sia il presidente di tutti e non sia ostaggio dei partiti. Dovrà conoscere bene la costituzione perché dopo i Cinque Stelle i cittadini vogliono sentirsi tutelati: l’esperienza non è certo un optional».
Le preferenze degli italiani sono ancora per Bonino, che prevale con il 32%. Ma alle sue spalle crescono i consensi per Rodotà (19%) e Gabanelli (12%). Gli italiani non credono ad un presidente eletto in maniera condivisa, ma credono che verrà scelto con i voti del centrosinistra, magari integrati dai voti dei grillini. Lo conferma un sondaggio dell’Ipr marketing, di Antonio Noto, per conto del TG3. Secondo i dati, la maggioranza assoluta degli italiani (55%) ritiene che il nuovo presidente sarà eletto con i soli voti del centrosinistra. Dietro il terzetto Bonino-Rodotà-Gabanelli, ci sono Amato (7%), Prodi (6%), Finocchiaro (4%), Zagrebelsky (4%), Marini (3%), D’Alema (2%), Grasso (2%). Sulle intenzioni di voto, il centrodestra prevale sul centro sinistra di circa 2 punti. Il centrosinistra ottiene il 29,5% il centrodestra il 31,7. Infine, Nicola Piepoli sondaggista dell’Istituto Piepoli, lancia la sua personale teoria probabilistico-ateniese: «Atene - spiega - è stata retta da Solone fino ai trenta tiranni con l’estrazione a sorte: i 500 che formavano il parlamento erano estratti a sorte. E così ha retto molto bene per due secoli. Ora anche da noi il presidente sarà eletto in maniera casuale e visti i precedenti capi di Stato perché non dovremmo sperare per il meglio?»
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