Escluso il Pdl, Polverini e Alemanno invocano il Colle

Una prima sentenza ha confermato che la lista del Pdl non può correre alle regionali del Lazio nella provincia di Roma: «Non è stata presentata in tempo, quindi non c`è diritto». Ma il partito non si dà per vinto e oggi presenterà ricorso in Corte d`'ppello nella speranza di avere una risposta già mercoledì. E se fosse anch'essa negativa? Non mollerà, assicura Renata Polverini: si rivolgerà al Tar e al Consiglio di Stato che potrebbero dare risposte in una decina di giorni. È probabile che, in caso di accettazione del ricorso, il voto possa slittare, ma, se venisse respinto, per la Bonino e il centrosinistra non ci sarebbero ostacoli per la conquista del Lazio.
Renata Polverini a questo punto ha modificato il suo carnet: ha ridotto gli appuntamenti elettorali e si è sistemata a piazza del Popolo con un gazebo e duecento sostenitori che hanno raccolto firme contro l'esclusione della lista e distribuito ai passanti «gomme per non cancellare la democrazia». Subito dopo la decisione del tribunale, Cicchitto ha informato Berlusconi che si è detto «sconcertato per quanto accaduto». Polverini e molti esponenti del Pdl (tra questi il sindaco Alemanno, con una lettera) si sono rivolti a Napoletano perché intervenga: «Bisogna impedire che un eccesso di burocrazia uccida la democrazia», ha esortato la sindacalista.
Ma dal centrosinistra si sono alzati gli scudi: «Incredibile: cosa c`entra Napoletano? Il Pdl è sciatto e superficiale». Il leader dell'Udc Casini è d'accordo: cosa c'entra tirare in ballo il capo dello Stato? Bonino cerca di tenere il profilo basso, convinta che la legge «debba valere per tutti: la lista del Pdl non c'è, non c'è verbale, perché i suoi dirigenti hanno fatto un gran pasticcio». Bonino non vuole anticipare le mosse in caso di ammissione della lista esclusa, ma si preoccupa per un «provvedimento ad listam, dopo le leggi ad personam», assicurando però che starà «con otto occhi aperti». Proprio la storia dei radicali è stata tirata in ballo dalla Polverini e da altri esponenti del centrodestra: «Ho sempre pensato che difendessero la democrazia contro ogni burocrazia, ma mi devo ricredere». La candidata del centrodestra infatti sostiene che «la violenza di esponenti del partito Radicale o di qualche altra forza della Sinistra ha impedito la consegna della documentazione». Frase che farà infuriare i radicali, pronti a querelare. Male che vada, comunque, Polverini ha fatto sapere che punterà «sulla lista civica».
All'interno del Pdl cominciano però a volare i coltelli. Il coordinatore azionale Ignazio La Russa
ha accusato: «C'è stata una grande leggerezza perché le liste non si presentano certo all`ultimo minuto. Io le ho sempre presentate il venerdì sera, non il sabato». Giovanardi è convinto che il Pdl «è stato corretto, ma che non bisogna alzare barricate inutili e rispettare le regole e il parere dei giudici». Rotondi sostiene che «così i maestri del Pdl hanno fatto perdere la Polverini a tavolino... una banda di incapaci». Cicchitto e Denis Verdini hanno difeso la ricostruzione fatta dalla Polverini: i rappresentanti del Pdl erano in orario e sono stati ostacolati. Ma ci sono video che dimostrerebbero il contrario, come l'ammissione
del rappresentante del Pdl: «Ero uscito a mangiare un panino». Il sindaco Alemanno, accusato
di essere, come Storace, poco entusiasta della Polverini, attacca i «rigorismi burocratici» e, convinto che la sindacalista «vincerà comunque», ha suggerito alla Bonino e al centrosinistra di «battersi per l'ammissione della lista Pdl».
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