Enzo Lavolta, responsabile comunale dell’ambiente “Sul ticket stiamo lavorando, l’inquinamento è già diminuito”

Dalla Rassegna stampa

«NEI primi sette mesi di quest’anno la qualità dell’aria in città è migliorata, grazie alle condizioni atmosferiche favorevoli, ma anche al piano di misure antismog che stiamo portando avanti». L’assessore all’Ambiente, Enzo Lavolta, non si spinge a commentare i dati della ricerca pubblicata da Lancet Oncology («li studierò con calma e con la dovuta attenzione»), ma un cosa la fa notare: «Sono dati dell’anno scorso, adesso la situazione è migliorata ».

Assessore Lavolta, secondo la ricerca, che ha coinvolto anche 12mila torinesi, Torino è tra le città più «nere» d’Europa. Come la mettiamo?
«La ricerca prende in considerazione dati dell’anno scorso. Le analisi in tempo reale delle nostre centraline ci permettono di monitorare il fenomeno in tempo reale e di dire che questi primi mesi del 2013 sono stati i migliori degli ultimi anni».

Tra gennaio e marzo, per prendere solo i primi tre mesi di quest’anno, la concentrazione di Pm10 è diminuita del 31 per cento: da 82 microgrammi al metro cubo a 57 microgrammi. Nello stesso periodo sono anche scesi gli sforamenti sopra i 40 microgrammi, dai 55 dell’anno scorso ai 46 di quest’anno. Il problema?
«Se il problema non esistesse non mi preoccuperei di portare avanti delle politiche attive per ridurre lo smog. Il tema della qualità dell’aria non è mai stato sottovalutato. Anzi, è uno dei primi all’ordine del giorno nell’agenda dell’amministrazione. Abbiamo individuato dieci misure strutturali è le stiamo portando avanti con impegno: biciplan, pedonalizzazioni, Zone 30. Per esempio se prima avevamo 46 stazioni del bike sharing adesso siamo già a 110. Siamo sulla strada giusta».

L’introduzione del road pricing aiuterebbe a ridurre lo smog in città?
«Se ben studiato e ben adattato al nostro territorio penso che possa aiutare. Uno studio per verificarne la fattibilità è in agenda e il mio collega Claudio Lubatti, che è l’assessore competente, ci sta lavorando».

La ricerca degli epidemiologi prende in considerazione dati dell’anno scorso. I numeri sono cambiati.
«Non voglio negare il problema, che infatti è tra primi nella nostra agenda. Dieci punti per migliorare ancora».

 

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