Enel, volano ricavi e utili Sul debito l'effetto cambi

Cessioni, per abbattere il debito (salito a 53,89 miliardi, 51,5 al netto degli effetti di cambio) e investimenti per ammodernare le centrali esistenti e potenziare il fronte delle rinnovabili. Questa l'agenda che Fulvio Conti ha davanti a sé in attesa del 2013 e del passaggio al nucleare anche in Italia, passaggio per cui Enel si prepara in joint venture con il socio francese Edf. I risultati positivi della semestrale non fanno altro che sostenere la strategia del gigante italiano dell'energia che realizza all'estero più del 5o% del proprio giro d'affari. Enel chiude i primi sei mesi del 2010 con ricavi in crescita del 22,3% a 34,8 miliardi di euro, il margine operativo lordo a 8,88 miliardi (+11,8%) ma con una flessione dell'utile netto del 31,2% a 2,4 miliardi che sconta l'esercizio anticipato, nel corso del primo semestre 2009, della put option concessa ad Acciona sul 25% di Endesa (fruttò 970 milioni). Risultati che fanno ben sperare Conti per il resto dell'anno. Nella conference call con gli analisti il manager prevede «per l'intero 2010 un margine operativo lordo superiore a quello già annunciato al mercato» e cioè un Ebitda «più vicino ai 17 che non ai 16 miliardi di euro», come precedentemente comunicato. Sul fronte del debito il direttore finanziario, Luigi Ferraris, ha spiegato che non si tratta di un aumento ma di un andamento «riconducibile all'effetto del cambio», da un lato per «la pura contabilizzazione in euro dei bilanci in altre valute delle controllate» e dall'altro per «la conversione in euro dei prestiti in valuta straniera». Operazioni al sicuro grazie «ad apposite coperture di hedging sulle valute». Nell'ottica della sua riduzione resta comunque confermata la quotazione di Green Power (Egp) per l'autunno. «Siamo fiduciosi sulla possibilità di cedere una quota di minoranza di Egp a un valore attraente che ci permetta di realizzare 5 miliardi di dismissioni e centrare l'obiettivo di un debito a 45 miliardi entro la fine dei 2010» ha detto l'amministratore delegato includendo la cessione dell'attività di generazione in Bulgaria e la rete del gas di Endesa. Altri 1,5 miliardi dovrebbero poi arrivare dalla vendita della rete di alta tensione in Spagna. Vendita sì, ma non «svendita» per quanto riguarda Green power che chiude il semestre con ricavi in crescita del 10,5%, a 1,039 miliardi, Ebítda stabile a 651 milioni, risultato netto a 253 milioni (+13,4%) mentre l'indebitamento finanziario netto scende del 44% a 299 miliardi di euro. Conti ha anche confermato che il gruppo continuerà a seguire la politica del payout del dividendo pari al 60% dell'utile netto, precisando che la quota del 5% detenuta in Terna è considerata di importanza strategica per Enel. E ieri il titolo a Piazza Affari ha chiuso a 3,73 euro in leggera crescita (+0,34%). Mentre i dati sulle vendite di energia elettrica (a 150,1 TWh, in aumento del 14,6% rispetto allo stesso periodo del 2009) confermano una leggera ripresa dei consumi da parte dell'industria, non tanto in Italia ma soprattutto all'estero.
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