Enel, ad Aprile l'Ipo Green Power

Enel presenterà l'Ipo di Enel Green Power ad aprile, mentre rimanda di un anno e mezzo l'avvio del nucleare. L'amministratore delegato Fulvio Conti ha presentato ieri nella capitale britannica il piano strategico fino al 2014: la presentazione prospetto per la quotazione della società specializzata in energia da fonti rinnovabili è il primo passo: «Da quel momento in poi potremo effettuare la quotazione a giugno o a settembre, secondo le condizioni del mercato». Sulla quota da mettere sul mercato Conti non ha fornito cifre specificando che «Enel manterrà la maggioranza e la gestione».
Secondo indiscrezioni almeno il 30% di Enel Green Power sarà ceduto e una parte potrebbe finire nella mani di investitori singoli: «C'è forte interesse da parte dei fondi, l'investitore sarà inserito nella fase dell'Ipo» ha insistito il manager. Enel Green Power incorporerà nel frattempo anche le attività nelle rinnovabili che Endesa ha in Spagna e Portogallo. I proventi del collocamento sono il perno del piano di dismissioni da 7 miliardi per ridurre il debito entro fine anno da 50,87 miliardi a 45 e scendere a 39 nel 2014. In vendita anche la rete ad alta tensione in Spagna e asset in Bulgaria e Grecia, oltre alle cessioni Enel ritarderà investimenti (la conversione a carbone della centrale di Porto Tolle non sarà ultimata per il 2014) e taglierà i costi.
Gli investimenti complessivi supereranno comunque i 30 miliardi di euro, ma tra questi «solo una quota marginale» è destinata al nucleare. Conti ha confermato che Enel «sarà la prima a costruire una centrale in Italia», ma agli analisti ha escluso impegni di capitale prima del 2015. Ieri è apparsa chiara la discrepanza tra le promesse del governo, che prevede l'apertura del primo cantiere entro la fine della legislatura, cioè metà 2013, e il realismo a cui è obbligata
Enel: un'azienda che lotta per ridurre l`indebitamento e non perdere il proprio rating non può impegnarsi in un progetto da almeno 20-25 miliardi (il costo di 4
reattori) senza assicurazioni politiche ed economiche più solide di quelle che offre oggi il piano nucleare italiano. Per ora dunque non si andrà oltre il lavoro preparatorio, come l'accordo tra i costruttori Areva e Ansaldo Nucleare.
L'incontro trailministro Scajola e l'ad di Areva Anne Lauvergeon ieri a Roma ha sancito che la firma ci sarà il 9 aprile al vertice bilaterale Italia-Francia.
Il nucleare appare un sforzo eccessivo specie se la ripresa economica non sarà forte. Enel ha chiuso un 2009 molto positivo: 5,3 miliardi di euro di utili, una crescita del margine lordo (Ebitda) a 14,3 miliardi (+12,1%) e un dividendo di 25 centesimi ad azione, ma ha deluso gli analisti sulle prospettive: l'utile 2010 e 2011 sarà fermo a 4 miliardi, fermi anche il margine lordo. Il titolo ieri ha perso l'1,85%, non è bastato che Conti definisse le stime come «soglie minime sotto le quali non è possibile scendere». Inoltre ha più volte evocato la solidità dell'azienda di fronte alla crisi, una prudenza che è piaciuta a JP Morgan che in report ha sottolineato anche come Enel sia l'unica utility europea in grado di battere le attese degli analisti nel 2009.
© 2010 La Repubblica. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments