Emma non beve. "Vado avanti ma sarò leale"

Dalla Rassegna stampa

Il medico che l'ha visitata ieri sera al comitato elettorale, il dottor Santini, ha detto che la situazione è quella che è: non bella, ma non preoccupante, per ora. Anche se a fine giornata il suo staff l'ha mandata a casa a riposare, e lasciato Gianfranco Spadaccia a tenere il penultimo incontro della giornata, con un gruppo di immigrati. Per ricaricarsi un pò, per fare poi almeno un saluto più tardi a una cena che unìassociazione di
medici le aveva organizzato.
Secondo giorno di sciopero della fame e della sete per Emma Bonino. Un combinato disposto micidiale per chiunque, figuriamoci per questo scricciolo di donna. Che appunto fino a sera ha mantenuto il ruolino di marcia della campagna elettorale, con buona pace dei suoi che cercano di "ricalibrare" l'agenda in economia di energie. Ieri Bonino ha onorato gli impegni di giornata: l'incontro con i ricercatori dell'Enea Casaccia, parecchi applausi (ha parlato di rifiuti, «produrne meno, creare una vera economia, che non si fermi al riciclo ma che porti anche all'invenzione
di nuovi prodotti»). Poi gli appuntamenti del pomeriggio al comitato. Anche per oggi l'agenda resta quella programmata: mattina con Confagricoltura, alle 11 intervista in diretta su Repubblica Tv, pomeriggio faccia a faccia con l'Unione Borgate.
Guai a dire che con questo sciopero va «fuori tema» dalla corsa per il Lazio: la legalità è tema del giorno sui quotidiani, dice, ma «mentre ci arrabattiamo a scoprire le illegalità ci sfugge la violazione di una legge fondamentale». Il «nodo» comunque si scioglie sabato. È il termine della presentazione delle liste, sarà il giorno della verità. I radicali tireranno le somme. Bersani ha offerto «una mano» nella raccolta delle firme, inviando i propri autenticatori dove serve. Ma non è il punto dirimente, gli è stato di nuovo spiegato. Serve un fatto che sblocchi la situazione,
qualcosa che permetta «il rientro nella legalità» del voto. Si allontana l'idea di un decreto governativo - il governo non ci pensa affatto -, si avvicina la possibilità che il Colle, in qualche forma, faccia un gesto di garanzia. Ma siamo ancora lontani. Ieri il segretario radicali ha denunciato che la Rai proprio non ci sente, al Tgl non è passato neanche la notizia dello sciopero della sete.
L'altro problema vero è come la candidata arriverà alla scadenza. Sabato scoccherà il quinto giorno senz'acqua. Fra i collaboratori che le stanno più vicini aleggia lo spettro del 2001, l'ultimo drammatico sciopero della sete di Emma: cinque giorni appunto, di cui tre in ospedale, un conto fisico durissimo, pagato poi a lungo.
Sul fronte Pd, «non esiste un caso Bonino», giura Bersani. In effetti da casa democratica fioccano le dichiarazioni di condivisione (ieri hanno battuto un colpo Ignazio Marino e Mercedes Bresso). A patto che Emma sia un'alleata affidabile. Al Nazareno, la sede del Pd, non è piaciuta l'intervista di Marco Pannella a Repubblica, in cui di nuovo avanzava l'ipotesi di un ritiro della candidata dalla corsa. Tiro poi riaggiustato in una telefonata in diretta a Radio Radicale alla fine della rassegna stampa.
Ma il problema c`è. E colpisce i simpatizzanti di Bonino, che magari aderiscono allo sciopero della fame (centinaia le firme all'appello in suo appoggio, ieri fra gli altri il regista Virzì e la cantante Mannoia), ma non digeriscono di impegnarsi in una competizione che potrebbe saltare. Glielo ha spiegato una ricercatrice all`Enea ieri durante '`incontro. Bonino tranquillizza: «Sono una persona che quando assume un impegno lo tiene. Qualunque cosa succeda, l'ho dimostrato per tutta la vita, non cambierò adesso». Una rassicurazione? Fino a un certo punto. Perché
aggiunge: «Sulla legalità magari perderò, ma non sono disposta ad accettare la violazione dei diritti dei cittadini. Mi si può passare sopra con un carro armato, ma voglio potermi guardare nello specchio e dire ho fatto di tutto».
 

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