Emma contro Renata: "Le nostre ricette"

Dalla Rassegna stampa

Intervista di Rossana Linguini a Emma Bonino

E' candidata del centrosinistra, ma piace anche a parte del centrodestra. se sarà eletta, come farà a rappresentare le istanze di un elettorato evidentemente trasversale?
«Ho una storia dentro le istituzioni dove credo di aver dato buona prova. Sono stata commissario europeo indicata da Berlusconi e ho fatto il ministro con Prodi. avendo come bussola l'interesse dell'Europa e quello del Paese. Nel momento stesso in cui si vestono abiti istituzionali ci si mette al servizio di tutti. Ma senza radici, e le mie sono quelle radicali, non si guarda al futuro».

La sua ricetta per la sanità.
«Più salute e meno sanità, più servizi alla persona, niente partiti. Ma prima di tutto voglio sfatare l'idea che non ci sia abbastanza offerta: al contrario, c'è un eccesso di ospedalizzazione.
Non è possibile che se uno sta male debba per forza finire al pronto soccorso. Per questo penso alla figura dell'infermiere di quartiere per quei servizi che non richiedono la professionalità di un medico. Penso a dotare ogni scuola di un infermiere per aiutare bambini e ragazzi nelle piccole emergenze. Penso ai medici di famiglia disponibili a turno sabato e domenica, come le farmacie. E costruirò gli strumenti per allontanare i partiti dalla sanità, a partire dai criteri di nomina di direttori delle Asl e dei primari».

Cosa serve ai "bamboccioni" italiani (per non esserlo più)?

«Una rivoluzione sociale, che purtroppo non è nella disponibilità di un presidente di Regione! Ma si può pensare a forme innovative a termine per sostenerli nell'affitto. I giovani del Lazio devono avere le stesse possibilità dei loro coetanei a Londra o Berlino ma, soprattutto, devono riacquistare la voglia di mordere la vita».

Le politiche per la famiglia che ha in mente?
«Mi voglio occupare anzitutto delle donne, sulle quali si scarica ogni sorta d'incombenza. Stiamo lavorando a un programma per aumentare in maniera consistente il numero degli asili nido, di asili di caseggiato, di voucher per i bambini, di assistenza domiciliare per gli anziani. Insomma, una serie di servizi al femminile flessibili e innovativi».

Misure di sostegno per traghettare fuori dalla crisi precari e lavoratori?
«In Italia c'è un sistema sociale vecchio e inadeguato. Nell'epoca del lavoro precario, occorrono
strumenti nuovi. Il reddito minimo, per esempio, è una misura che esiste in tutta Europa e che il governo continua a ignorare. Nel Lazio è stato introdotto con grande successo: un assegno di circa 600 euro per chi è in difficoltà, ma naturalmente non basta. Bisogna smuovere l'economia del Lazio puntando su alcuni settori specifici e sbloccando i cantieri tenuti fermi da Comune e governo, come quello della Roma-Latina. E dare nuovo impulso all'occupazione attraverso le energie rinnovabili e l'edilizia eco-sostenibile».

La prima cosa che farà se sa-rà eletta...
«Un'operazione di trasparenza assoluta su tutta l'amministrazione. Voglio che ogni cosa sia online, a
portata di mano del cittadino. Tutti devono poter vedere e giudicare in tempo reale, dalle spese del presidente agli appalti nelle opere pubbliche. La trasparenza è il miglior antidoto contro il malaffare e contro la gestione allegra e irresponsabile della cosa pubblica. Tra i primi provvedimenti quello di ridurre i costi della politica»

Intervista di Rossana Linguini a Renata Polverini
E' candidata del centrodestra, ma piace anche a parte del centrosinistra: se sarà eletta, come farà a rappresentare le istanze di un elettorato evidentemente trasversale?
«Se sarò eletta, sarò il presidente di tutti i cittadini. Ho accettato questa sfida per avere l'opportunità di sostenere le famiglie, creare le condizioni per una piena occupazione, garantire servizi sanitari adeguati e diffusi, promuovere un modello d'impresa che consenta alle industrie di continuare a investire nel territorio e a piccole e medie aziende, commercianti e artigiani di proseguire in un percorso di sviluppo ed espansione».

La sua ricetta per la sanità.
«La sanità dei Lazio è al collasso, soffre di un debito elevato frutto di sprechi e cattiva gestione. I cittadini pagano non solo tasse più alte a causa di tutto ciò, ma anche un sistema di servizi inadeguato nonostante le professionalità che tra tanti disagi operano nelle strutture sanitarie. Ci faremo carico del debito senza penalizzare ulteriormente i cittadini. Non intendo chiudere ospedali ma eliminare tutti gli sprechi: cioè meno politica nella sanità, meno burocrazia. Bisogna creare più presidi sul territorio e potenziare l'assistenza domiciliare per evitare l'eccessiva ospedalizzazione, con costi maggiori e prestazioni non sempre appropriate. Voglio garantire una sanità giusta e di qualità per tutti».

Cosa serve ai "bamboccioni" italiani (per non esserlo più)?
«Primo di tutto la sicurezza di un'occupazione certa e duratura, per poter guardare con serenità
al futuro e programmare una vita insieme agli affetti più cari. Sostenere l'occupazione sarà la nostra quotidiana preoccupazione, incoraggiando le aziende a investire sui lavoratori e sulla formazione di professionalità qualificate».

Le politiche per la famiglia che ha in mente?
«Famiglia è una delle nostre parole d'ordine. Bisogna sostenere i lavoratori in difficoltà a causa della crisi a partire dalle famiglie meno abbienti e più numerose, aiutare anche fiscalmente
le giovani coppie perché fare un figlio non sia più un gesto eroico, operare per offrire concrete opportunità di lavoro ai giovani».

Misure di sostegno per traghettare fuori dalla crisi precari e lavoratori?
«La Regione non deve perdere l'occasione rappresentata dalle tante risorse che arrivano dall'Unione europea. Risorse che molto possono fare proprio per l'occupazione. Vogliamo favorire un maggiore collegamento tra l'istruzione, la formazione e il lavoro, coinvolgendo le aziende e facendo in modo di orientare i giovani alle professionalità di cui questo territorio ha bisogno: da una parte guardando ai settori tradizionali del Lazio, dall'altra sviluppando le opportunità che possono arrivare dall'innovazione e dalla ricerca. Siamo convinti che il Lazio possa diventare la nuova "fabbrica dei cervelli" del Paese, ma prima dobbiamo consentire ai nostri ragazzi di poter scegliere di rimanere a lavorare nella loro regione e di non essere costretti a cercare altrove uno spazio in cui far valere le loro capacità».

La prima cosa che farà se sarà eletta...
«Mi metterò subito al lavoro, perché nel Lazio ci sono molte cose da fare e non ci sarà neppure un minuto da perdere. Le prime risposte saranno necessariamente legate all'emergenza sanitaria e alla crisi economica, che riguarda tante famiglie e tante imprese».

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