Emma Bonino for what?

Caro Colombo, non tanti anni fa c’è stato un tale movimento d’opinione in favore di "Emma Bonino for president" che sembrava sul punto di farcela. Poi i partiti si sono ripresi il controllo di tutto ed eccoci qui. Adesso qualunque nome anziano, purché maschio e partitico, va bene, ma di Emma non si parla più. E per le due misteriose "commissioni speciali", niente Bonino e, per sicurezza, niente donne. Lo chiamiamo progresso? Stefano
La sequenza dei fatti, come ricostruita dal lettore è esatta. Eppure io penso che non sia così facile, questa volta, fare finta che Emma Bonino, la leader radicale che ha più vite dei gatti, non esista. Trascuriamo il problema delle due commissioni istituite all’improvviso dal Capo dello Stato per prendere fiato, visto che nessun altro aveva uno straccio di idea. Sembra chiaro che si tratta di un espediente per tamponare pericolosi crolli di credibilità per il Paese. Queste commissioni, infatti, non solo non sono illustri, ma non comprendono, come si è già detto e ridetto, neanche una donna. Credo che sia un lapsus rivelatore.
Cercare una donna voleva dire mettersi davvero a cercare nella realtà invece che scorrere la lista dei telefoni interni di alcuni partiti, e apriva un confronto di valore delle vite e dei curricula. Evidentemente non c’era modo e tempo di fare meglio. Ma fra poco, nella lista del Colle dopo Napolitano, diventerà impossibile non mettere il nome di Emma Bonino, tra i primi tre. Perché sa l’inglese (e anche l’arabo) perché conosce a fondo il Parlamento, le galere italiane e il mondo.
Non si potrà far finta di niente anche a causa della sua notorietà e prestigio, dall’Europa all’America, dall’Africa all’Afghanistan, dai Talebani a Putin. Come se non bastasse è donna, lo stesso tipo di vantaggio/svantaggio (nella versione bianco/nero) che ha segnato la campagna, la battaglia e la vittoria di Obama. Nella corsa italiana al Colle, salvo due nomi (Prodi e Amato) il gruppetto in concorso non è molto dissimile dalle due "commissioni speciali" appena nominate. E subito sotto scorre, nascosto, potente, minaccioso, il peggio.
I lettori di questo giornale conoscono i nomi pesanti e pericolosi, da scrivere qui. Ed è qui che conta il nome e la vita di Emma Bonino. Perché è cosmopolita, perché è Radicale, perché non può essere raggiunta dagli schizzi degli altri partiti. Perché è donna. Corre in una corsia speciale che potrebbe sfuggire alla zampata e al ruggito di ben più potenti animali della politica professionale. Insomma, non solo vale. Conviene.
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