Emma Bonino, Milione e la modestia del leader

Dalla Rassegna stampa

In ambito politico il leader è colui che si distingue all'interno di un gruppo o di una corrente. Si distingue nell'arte della dialettica e dell'oratoria ("vir peritus artis dicendi", come diceva Cicerone); si distingue per le sue idee e per il saperle esporre davanti alla folla, catturandola con la retorica, facendola sentire parte del discorso e unendosi assieme ad essa diventando un insieme.
Ma il leader non è solo questo. Se così non fosse - ahimè - avremmo una classe dirigente di soli uomini o donne incompleti, che non saprebbero quali siano davvero i problemi della gente comune, del popolo. Il leader deve necessariamente avere dietro di sé un passato di militanza, di politica concreta. Deve essersi "fatto le ossa" con anni e anni di militanza, attaccando manifesti, "sporcandosi le mani" di quelle azioni e di quei lavori che non sono utili per il curriculum personale, ma che sono fondamentali per il partito; lavori che resteranno sempre all'oscuro ma che lasciano dentro di sé un bagaglio importantissimo che aiuterà sempre il futuro leader a restare con i piedi per terra. Ebbene qui, a mio avviso, sta proprio l'errore di colui che non ha fatto in tempo a presentare la listà del Popolo della libertà per le prossime elezioni regionali nella provincia di Roma. Una volta per presentare le liste si arrivava il giorno prima in Municipio o presso la Corte d'appello, magari anche arrangiandosi a passare la notte là, ma con la sicurezza assoluta di riuscire a presentarle. Non ci si faceva certo problemi nel mangiare, perché lo sanno tutti: mezza giornata senza mangiare non ha mai ucciso nessuno. Sono sicuro che Berlusconi questo lo sappia e penso non mancherà nel prendere seri provvedimenti contro queste che chiameremo "leggerezze" formali, queste "umili correttezze" che non hanno permesso di presentare in tempo la lista. Bisogna scendere dai piedistalli e cercare di, acquisire un pizzico di modestia in più, modestia indispensabile per fare politica e cercare, un giorno, di diventare un leader completo.
Modestia che, come abbiamo potuto vedere, è mancata anche a Emma Bonino. E sì, è proprio vero: non ci sono più i radicali di una volta. Emma, infatti, da vera leader di una coalizione, da candidata a rappresentare una delle Regioni chiave del nostro Paese, non avrebbe dovuto battersi contro la riammissione della lista del Popolo della libertà per dimostrare di voler sì vincere, ma ad armi pari, dimostrando di saperci fare politicamente, attraverso le campagne radicali di una volta. Tutta modestia mancata, tutta fretta di vincere, anche con i mezzi più vili. Quasi fosse stata infetta dal morbo giustizialista presente all'interno della sua coalizione.
Ora le liste Popolo della libertà dovrebbero essere riammesse anche grazie al decreto interpretativo fatto votare in tutta fretta dal presidente Berlusconi al Consiglio dei ministri, e la Bonino ha perso praticamente una settimana in cui avrebbe potuto continuare a fare campagna elettorale e, invece, è stata invano ad inneggiare allo scandalo e a contestare ogni ricorso presentato dal Popolo della libertà.
Non ci sono più i leader di una volta...
 

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