Emma balla ma non da sola Volata rosa per Bonino

La candidata balla. Batte le mani in alto e balla a ritmo di un rap afro-francese che parla di «uguaglianza», «libertà» e «donne che combattono», mentre dietro scorrono per immagini le sue battaglie, contro l`aborto clandestino, contro il nucleare. Storia di Emma Bonino, che si commuove, abbraccia, bacia, sostiene e si fa sostenere, nel giorno in cui "le donne", tante, davvero, ieri mattina alla Sala Umberto di Roma, rispondono alla sua chiamata. «Quale politico getterebbe in avanti così il corpo?», si gode la scena Lorella Zanardo, la regista del Corpo delle donne. In cerca di un`alternativa alle veline, una donna che finito il comizio si mette al collo una sciarpa di seta gialla e danza, in effetti, non è male. Contagiosa, persino. «Non imbrattiamo i muri ma qualcosa ci dovremo pure inventare», si schermisce Emma, chiedendo a tutte «un`ora al giorno di militanza».
Manifesti alle finestre, email. «I colori della campagna sono il giallo e il fucsia, fate voi». In sala
molte sembrava che non aspettassero altro. Specie in questi tempi cupi, in cui «qualcosa di torbido e
maledorante si aggira per il nostro paese», la corsa di Emma per il Lazio ha il sapore di riscatto per le donne che sono venute a sentirla. E a rilanciare il suo «ti puoi fidare». Donne con i capelli grigi, precarie a 32 anni, come Nadia Cerioli, ricercatrice Ispra. Campionesse, come Alessia Filippi (in video). E poi attrici, registe, donne con i capelli grigi e i figli disabili ancora da accudire, giovani imprenditrici. Daniela Poggi, Dacia Maraini, Ottavia Piccolo, Simona Marchini. Si è mobilitata persino Franca VaIeri, classe 1920, per la «piccola signora della grande casa, che saprà individuare sotto quale mobile si annida ancora la spazzatura». C`è chi come Lidia Ravera sta con Emma
perché «ha lottato per le donne e la laicità». E chi, «perché sono apartitica, ma mi fido della persona», come (in video) Anna Fendi. In effetti: «Siamo qui per coalizzare le persone, non i partiti», rilancia Emma Bonino, che spiega la sua ricetta per «liberare le energie». Tutt`altra cosa del «quoziente familiare» di Renata Polverini. Perché «non basta essere donna».
Chi non c`è manda un videomessaggio. Dedicato a «una donna minuta e forte, capace di dialogare
con chi la pensa diversamente», dice Anna Finocchiaro. Insomma, la volata rosa è partita.
Anche se «manca qualcosa», spiega Silvia Costa, da cattolica. Eppure, «i grandi valori ci accomunano», assicura Emma, che la sua storia di femminista e radicale la rivendica tutta. Comprese le ultime battute sulla par condicio.
«La pensiamo diversamente, ma non sono una venduta», chiarisce.
Poi la danza può partire.
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