Emendamento bipartisan per salvare "Radio Radicale"

Dalla Rassegna stampa

Fidarsi del governo è bene, non fidarsi è meglio. L’informazione in Italia, si sa, vive momenti difficili. Il problema è sempre il solito: i soldi da trovare in qualche modo. Anche al costo di provvedimenti assai discussi e discutibili - come lo scudo fiscale. Visti gli attuali chiari di luna, l’informazione rischia di finire nel tritacarne. Rischiano i giornali, le radio e (naturalmente in minor misura) le televisioni. Il governo non avrebbe ancora stanziato i soldi aggiuntivi per il 2010. Secondo quanto risulta al quotidiano "MF Milano Finanza", i 70 milioni sono stati impegnati nella legge ma non ancora stanziati, insomma, la norma non avrebbe copertura finanziaria per il 2010. Dall’esecutivo non arriva nessuna conferma. Dunque le preoccupazioni per la libera informazione aumentano. E i guai sono come le ciliegie, uno tira l’altro. Nubi all’orizzonte anche per l’ormai storica "Radio Radicale". Così quelli della Rosa nel pugno chiedono il rinnovo della convenzione con il ministero dello Sviluppo economico, che darebbe all’emittente 10 milioni di euro lordi in tre anni. I Radicali promuovono un provvedimento "salva Radio Radicale", un emendamento alla Finanziaria - già sottoscritto da 202 senatori di tutti gli schieramenti politici - per garantire il rinnovo della convenzione con il ministero. Le dirette dell’emittente cara a Marco Pannella, dal Parlamento e dai congressi delle forze politiche, i fili diretti con gli ascoltatori, le rassegne stampa sono ormai diventate una piacevole abitudine per chi si interessa di politica. «Facciamo un appello al governo per non oscurare il servizio pubblico che "Radio Radicale" fa da trent’anni», dice chiaro e tondo l’europarlamentare radicale Emma Bonino, che insieme a Marco Pannella, al direttore di "Radio Radicale" Massimo Bordin e al responsabile del centro di produzione Paolo Chiarelli, spiega - in una conferenza stampa a Montecitorio - la situazione della storica radio. Un’iniziativa «preventiva» perché, nonostante le rassicurazioni del ministro Scajola sulla convenzione, «noi per quanto riguarda il Senato abbiamo qualche pregiudizio». «Facciamo un appello al governo sottolinea Bonino - per non oscurare "Radio Radicale". C’è una predisposizione positiva ma la situazione si è un po’ ingarbugliata, per questo abbiamo fatto l’emendamento». «Ci auguriamo sottolinea ancora Bonino - che nel clima già teso per quanto riguarda il pluralismo dell’informazione questa nuova "non iniziativa" dei governo non aggravi ulteriormente le cose, ammesso che sia possibile». L’emendamento radicale è già stato firmato, tra gli altri, da tutto il gruppo del Pd del Senato (a parte la teodem Emanuela Baio Dossi), dai senatori a vita Francesco Cossiga, Rita Levi Montalcini ed Emilio Colombo, dal vicepresidente dei senatori del Pdl Domenico Nania, da presidenti di commissione come Carlo Vizzini o Mario Baldassarri. Perché fidarsi del governo è bene ma non fidarsi è meglio. E le ultime disinvolte affermazioni dei presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non inducono all’ottimismo.

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