Elezioni nel Lazio entro gennaio

Dalla Rassegna stampa

Cinque giorni per indire le elezioni regionali e urne non più tardi della fine di gennaio. Il primo segnale che il percorso indicato dal capo dello Stato (voto per Lazio, Lombardia e Molise il 10 e 11 marzo) potesse essere modificato, l'aveva dato pochi giorni fa il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri: «È ancora tutto da definire, dobbiamo aspettare il Consiglio di Stato».

E ieri, dopo 7 ore di camera di consiglio, il secondo grado della giustizia amministrativa ha deciso: bocciato il ricorso di Renata Polverini si ritorna alla sentenza del Tar che viene accolta «integralmente». Sconfitta la linea della governatrice del Lazio che pure, dopo il pronunciamento del tribunale amministrativo lo scorso 12 novembre, era riuscita a ottenere una sospensiva. Ora, però, arriva la sentenza che chiude una guerra sul voto aperta fin dal 28 settembre, da quando la presidente della Regione aveva firmato le sue dimissioni. Sessantatré giorni per decidere che, alla fine, bisogna andare a votare «nel più breve tempo possibile».

Così hanno scritto i giudici della V sezione presieduti da Stefano Baccarini. «Appello infondato -hanno spiegato - e che, in definitiva, deve essere respinto». Una decisione che fa esultare tutto il centrosinistra che da settimane insisteva per indire al più presto le elezioni. «E una buona notizia per i cittadini del Lazio -afferma il candidato del centrosinistra alla Regione, Nicola Zingaretti - per tutti coloro che hanno chiesto che in questi mesi venisse rispettata la legalità, per le imprese, gli artigiani, commercianti e operatori della sanità che ritenevano un elemento di stravaganza il fatto che una Regione come il Lazio chiudesse per 8-9 mesi».

Soddisfatto anche il segretario laziale del Pd, Enrico Gasbarra: «La decisione del Consiglio di Stato riporta l'istituzione regionale dentro la legge e ripristina il rispetto del sacrosanto principio costituzionale del diritto al voto». «Ora si può votare entro fine gennaio», sottolinea il capogruppo democratico all Pisana Esterino Montino. Canta vittoria la Cgil («Ora non ci sono più scuse», afferma il segretario regionale Claudio Di Berardino) e i "piccoli" del centrosinistra, da Sel ai Verdi, dai Radicali alla Federazione della sinistra all'Idv. Tutti, però, ora spostano il fuoco della discussione sul decreto che la governatrice dovrà firmare entro cinque giorni. Chiedono che venga rispettato lo statuto della Regione e che si possa andare al voto per 70 consiglieri e non per 50. I Verdi calcolano anche quanto si risparmierebbe riducendo gli stipendi e non gli eletti: «Cinquanta consiglieri con un'indennità lorda di 11.000 euro al mese costerebbero 6.6 milioni l'anno, mentre 70 a 5.500 euro al mese 4,6 milioni l'anno».

 

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