Elezioni, Minetti sotto assedio: un altro esposto

Silvio Berlusconi, Umberto Bossi e Roberto Formigoni si incontrarono ad Arcore per decidere di «far correre» l’igienista dentale Nicole Minetti per il posto di consigliere regionale della Lombardia. Dopo il vertice, la lista del centrodestra venne riaperta a pochi giorni dalla scadenza del termine di presentazione e ci furono irregolarità e falsi nella raccolta delle firme a sostegno. Questo sostengono i Radicali nella loro nuova memoria presentata ieri mattina in procura e nella quale si chiede di indagare sulle responsabilità penali legate all’«inserimento illegale» della Minetti. Gli esponenti radicali Marco Cappato e Lorenzo Lipparini, anche per conto di Marco Pannella, assistiti dall’avvocato Giuseppe Rossodivita, hanno presentato la memoria negli uffici del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che sta già indagando - sempre sulla base di un esposto presentato dagli stessi Radicali - sulla presunta falsità di circa 500 firme presentate a sostegno della lista del governatore lombardo Roberto Formigoni. Il pm ha ipotizzato per quella vicenda i reati di falso materiale, falso in atto pubblico e falso ideologico. «Minetti - sostiene Cappato - è entrata in lista con modalità illegali, e noi l’avevamo già denunciato pubblicamente 10 mesi fa». Cappato chiarisce infatti, che «secondo notizie di stampa» l’igienista dentale è entrata nella lista il 25 febbraio. «Hanno riaperto la lista - prosegue all’ultimo momento utile per farla entrare, visto che il 27 scadevano i termini di presentazione». L’ingresso in lista, spiega ancora, «è stato concordato in due vertici ad Arcore del 23 e 24 febbraio alla presenza anche di Bossi e Formigoni». Dal 13 al 23 febbraio, però, «erano già state raccolte circa 2 mila firme a sostegno della lista sulle quasi 4 mila totali». Dunque, secondo i Radicali, la procura deve indagare sulle responsabilità penali per l’irregolare raccolta delle firme, avvenuta nei giorni compresi tra i vertici di Arcore e la scadenza per la presentazione della lista. «Noi vogliamo - conclude Cappato - che si indaghi non solo sugli autenticatori delle firme, ma anche sulla ‘catena di comando’ che ha gestito la vicenda».
«Sono in consiglio regionale perché ho competenza e lavoro sodo», fa sapere la Minetti. E Romano La Russa, fratello del ministro, consigliere regionale e coordinatore regionale del Pdl replica: «I Radicali se ne facciano una ragione, il centrosinistra in Lombardia ha perso le elezioni. Dopo i continui ‘assalti alla diligenza’ nel tentativo di far cadere Silvio Berlusconi utilizzando l’arma giudiziaria, ora dobbiamo assistere ancora ai velleitari tentativi di ribaltare, utilizzando tribunali e carte bollate, il risultato elettorale nella nostra regione, frutto di democratiche e limpide elezioni».
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