Edison, il "braccio armato " di Edf per il gas

Per quale motivo Edison, il secondo produttore di energia elettrica in Italia è sempre più proiettato nel settore del gas di cui al momento è soltanto il terzo operatore con una quota del 16%? Perché il suo amministratore delegato Umberto Quadrino è sempre più spesso in giro per i paesi del Mediterraneo per chiudere accordi sui nuovi metanodotti? E, infine, come mai i soci italiani - dopo due anni - non hanno ancora digerito l'acquisizione dei campi di gas al largo di Alessandria di Egitto? Le tre domande hanno un'unica risposta, ma per trovarla bisogna varcare le Alpi. E guardare a Parigi, dove si trovala sede di Electricité de France, il leader europeo del settore energia. Edf è da dieci anni il socio di controllo di Edison, di cui detiene, di fatto, oltre il 60% del capitale. L'acquisizione di quello che rimaneva dello storico conglomerato della Montedison - rilevata dal gruppo Fiat - avvenne con lo scopo di approfittare dell'apertura del mercato elettrico in Italia. Ma le strategie del colosso transalpino sono cambiate: troppo esposto sul nucleare (possiede il più alto numero di centrali atomiche del mondo, centrali, per altro, che a partire dal prossimo anno inizieranno un costoso processo di smantellamento) sta cercando di differenziare le sue fonti. Ora Edf ha bisogno di gas. Ecco spiegato il suo ingresso in South Stream, il progetto del consorzio composto dai russi di Gazprom e da Eni per la realizzazione di un gasdotto sotto il Mar Nero, per portare in Europa il metano siberiano senza passare per Ucraina e Bielorussia.
Ma ecco spiegato, soprattutto, il nuovo ruolo di Edison, destinata dai suoi controllori francesi a diventare nei prossimi anni il braccio operativo di Edf in tutta l'area del Mediterraneo. Sfruttando il fatto che l'Italia diventerà il terminale del gas in arrivo dall'est Europa e dall'Africa attraverso i gasdotti e via nave nei rigassificatori lungo le coste (due già in funzione, almeno altri tre in via di realizzazione). Una buona parte di questo gas, come sostengono gli analisti di settore, non potrà che prendere la strada del Nord Europa. Gas che Edf è pronta a ricevere: così, invece di comprarlo dai cugini-rivali di Gdf Suez (entrambe le società sono controllate dallo stato francese), lo rileverà dalla controllata Edison.
Non a caso, la società di Foro Bonaparte ha una quota del 20% del gasdotto Galsi, che collega l'Algeria alla Toscana passando perla Sardegna. Mentre è socia al 50% di Igi-Poseidon, il tubo tra Italia e Grecia, a sua volta collegato con la Bulgaria e la Turchia per ricevere il gas dalle repubbliche caucasiche. Se questi sono progetti a venire (il Galsi sarà in attività dal2012, mentre per l'Igi tutto dipende dalla chiusura dei contratti di fornitura), Edison può già contare sulla disponibilità del rigassificatore di Rovigo. Il gruppo guidato da Umberto Quadrino possiede il 10% della società di gestione (Adriatica Lng), ma un contratto decennale di fornitura per 6 miliardi di metri cubi all'anno (sui 16 miliardi totali di cui dispone al momento la società). Non solo: l'attività di Edison sarà sempre più rivolta all'esplorazione di nuovi giacimenti di gas.
Due anni fa ha rilevato per un miliardo di euro i pozzi off-shore di Abuquir, al largo di Alessandria d'Egitto con 7 miliardi di riserve stimate. Ed è soltanto della settima scorsa è l'annuncio della scoperta di riserve comprese tra i 5 e i 18 miliardi di metri cubi nel Mare del Nord, da parte di un consorzio internazionale di cui Edison ha il 20% delle quote. Tutta questa attività nel settore del gas, al momento, ha due controindicazioni. La prima riguarda il rapporto con i soci italiani guidati daA2a che possiedono il 32%D di Edison. L'altra ha a che fare con il crollo dei prezzo del gas sul mercato "spot". L'ingresso di A2a e delle altre utility aveva lo scopo di creare sinergie nel settore dell'elettricità, facendo perno sulla controllata Edipower. Ma a partire dall'acquisizione di Abuquir, i rapporti tra i manager Edison e le utility rappresentate in cda dal numero uno diA2a Giuliano Zuccoli hanno cominciato a deteriorarsi. Fino all'apertura di una trattativa per lo scioglimento della joint-venture.
Il crollo del prezzo del gas sta, invece, costringendo l'ad Quadrino a una complicata revisione degli accordi di lungo periodo con i russi di Gazprom, per arrivare a una riduzione dei prezzi dei contratti cosiddetti di"take or pay". Nell'attesa, i conti del settore idrocarburi sembrano non soffrirne, visto che nella filiera idrocarburi i margini dei primi sei mesi del 2010 sono saliti del 10,3%, compensando il calo di oltre il 20% del settore elettrico che sconta il crollo della domanda di energia a causa della crisi. Ma dietro la crescita c'è una spiegazione: petrolio. Il calo dei margini del gas è compensato dal greggio: grazie al rialzo dei prezzi sono tornati in produzione i pozzi off-shore, in particolare la piattaforma Vega in Sicilia, grazi ai quali la produzione è salita del 38,9%. La nuova "mission" di Edison con l'espansione nel settore del gas è già diventata oggetto di interesse da parte degli analisti più attenti. Che, al momento, premiano la società molto più di quanto non facciamo i corsi di Borsa. Negli ultimi sette report pubblicati sulla società milanese ci sono tre "buy", tre "hold" e uno solo "sell". Goldman Sachs, ad esempio, sostiene che a favorire Edison sarà proprio il buon andamento del settore nel nostro paese nei prossimi anni, visto che - si legge nel report - il mercato è in mano a pochi attori.
Con buona pace dei tentativi dell'Autorithy per l'energia che ha appena aperto una indagine proprio per capire come mai i costi per le Pini rimangono alti nonostante l'eccesso dì offerta. Ma, in verità,va detto che nei report degli analisti hanno il loro peso i contrasti sulla gestione della società che stanno dividendo i francesi di Edf e i soci italiani. Uno scontro che potrebbe far salire il titolo nel caso in cui si dovesse andare a un'asta per l'aggiudicazione del pacchetto di controllo. Come sperano gli azionisti di minoranza, visto che il titolo quota sotto l'euro (contro i 2,2 del suo massimo storico del 2008). A cominciare proprio da A2a e dalle altre utility che hanno in carico le azioni Edison a 1,6 euro. Lo sfortuna di aver chiuso l'accordo a una passo dalla crisi dei subprime.
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