Ecco gli affitti sospetti della Camera e i «favori» ai privati

Dalla Rassegna stampa

 

In tutto 568 milioni di euro pagati dalla Camera dei deputati alla società Milano 90 che fa capo al costruttore romano Sergio Scarpellini. Soldi con cui Montecitorio avrebbe potuto accendere mutui e acquistare diversi edifici. Che invece ha preferito, dal 1997 a oggi, versare a un privato per affittare quattro edifici nel centro storico di Roma, il complesso di Palazzo Marini. Ma questo è niente. Perché la stessa logica l'hanno seguita anche la Regione Lazio, che ha preso in locazione un piano di un edificio in via Poli, angolo via del Tritone, e il Comune di Roma, che paga l'affitto per il palazzo che ospita i gruppi politici in via delle Vergini, a due passi dalla Fontana di Trevi. «Un'amicizia molto cara», quella con Scarpellini, denunciano i Radicali, «talmente cara da sembrare uno scherzo alla "Amici miei"».
Rita Bernardini, Marco Pannella, Mario Staderini e Marcello Crivellini hanno reso pubblici ieri i documenti dei rapporti tra l'amministrazione Camera e la ditta del costruttore romano. Non si tratta soltanto di affitti dei palazzi Marini ma anche della fornitura di servizi di ristorazione e bar e manutenzione varia. I contratti sono stati stipulati in tre atti: il primo per affitti di diverse strutture (i palazzi Marini, appunto) vale 352 milioni. Il secondo: contratti per servizi legati agli immobili (pulizie e consegna della posta) del valore di 172,6 milioni, il terzo: oltre 51 milioni tra manutenzione e ristorazione. Tutti questi contratti, hanno sottolineato i radicali, sono avvenuti direttamente, «non si hanno notizie di gare, aste o consultazioni con altri concorrenti.
I contratti di affitto e di servizi non prevedono clausole di salvaguardia per la Camera e se presenti la Camera vi ha autonomamente rinunciato». Contemporaneamente per altri contratti con altri soggetti esistevano alcune clausole e c'era l'intervento dell'Ute (Ufficio tecnico erariale).
«Alla fine - ha affermato Crivellini - la Camera si è trovata con un pugno di mosche, avendo pagato mezzo miliardo di euro senza che le restassero beni, alla Milano 90 srl». I radicali hanno fatto notare che le legislature di cui si parla cominciano con la presidenza Violante, passando per quelle Casini e Bertinotti, mentre i questori sono stati di «tutti i partiti tranne il nostro, Lega compresa, che intanto tuonava contro Roma ladrona». Dunque chi sono gli amici della società? «Chi ha responsabilità di gestione, chi si è voltato dall'altra parte e ha taciuto», tanto che Pannella punta il dito contro i partiti, perché la, gestione è stata «dei questori e di chi li nomina».

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