Le due strade del Cavaliere

Dalla Rassegna stampa

Un Berlusconi molto rassicurante è intervenuto per smentire indiscrezioni sulle voci di attriti con Tremonti e, per suo tramite, con la Lega, aggiungendo che entro fine mese confida di consolidare la sua maggioranza, al momento traballante e inesistente nelle commissioni chiave della Camera, e di evitare così le elezioni. Parola più, parola meno, è ciò che il premier va ripetendo da tre settimane.
 
 Al momento infatti sono troppe le incognite che impediscono una valutazione chiara. E Berlusconi è avvezzo a tenere sempre in piedi una strategia di riserva. In attesa di sapere come si concluderà la prossima settimana l’udienza della Consulta sul legittimo impedimento, quale sarà la sorte dei suoi processi, è presumibile che il premier tenga presenti sia la possibilità di andare avanti, sia pure in un quadro di difficoltà appeso alla disponibilità di Casini di far passare i provvedimenti del governo in Parlamento al solo scopo di evitare lo scioglimento anticipato delle Camere, sia quella di andare al voto d’intesa con la Lega, che si assumerebbe la responsabilità della chiusura della legislatura per manifesta impossibilità di proseguire.
 
 L’unica differenza tra due sbocchi che rimangono possibili e percorribili per Berlusconi, sta in questo: nel primo caso, di congelamento, in attesa di miglioramento del quadro politico, il premier sa di avere un forte alleato nel Presidente, che non a caso anche ieri ha voluto ricordare le difficoltà della situazione e la necessità di affrontarle. Vale per tutto quel che è accaduto a dicembre, quando Napolitano ha contribuito a far fissare un calendario parlamentare che ha depotenziato la mozione di sfiducia e messo al primo posto l’approvazione della legge di stabilità. E può valere per l’avvenire, visto che il governo, se decide di proseguire in queste condizioni, andrà incontro comunque a un percorso di guerra in Parlamento. Nel secondo caso invece Berlusconi e Napolitano si troverebbero su posizioni differenti. Ed anche se sarebbe molto difficile, senza Berlusconi, provare a mettere su un altro governo per evitare le elezioni, è sicuro che il Capo dello Stato, a cui spetta la decisione finale, prima di sciogliere le Camere eserciterebbe il suo ruolo fino in fondo.

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