D&R Domanda e Risposta a Monica Frassoni

Reduci da una sconfitta elettorale che li ha privati dei seggi europei, i Verdi italiani tentano la ripresa proprio a partire da Bruxelles. Per dare linfa agli ambientalisti delle penisola, il Partito dei verdi Europei ha appena eletto portavoce Monica Frassoni, che ha tutte le Intenzioni di far sentire la sua voce anche in quel Parlamento europeo dal quale i Verdi sono rimasti esclusi.
Quali sono oggi i principali obiettivi dei Verdi europei?
Innanzitutto continuare a promuovere l’esistenza di un luogo europeo di dibattito: a partire dal Parlamento di Bruxelles abbiamo lanciato iniziative importanti, come quella "Stop Barroso", l’unica campagna che ha costretto il presidente della Commissione a spendere un minimo di impegno per ottenere il suo secondo mandato. Poi c’è il nostro impegno per il green deal, una via di uscita dalla crisi attraverso l’economia verde. In terzo luogo abbiamo la Conferenza di Copenaghen: per sensibilizzare i cittadini sul tema del clima abbiamo organizzato iniziative in ogni Stato sotto l’egida dei Verdi europei. L’appuntamento è per il 12 dicembre. E infine dovremo funzionare da "ufficio aiuti per partiti deboli", in modo da rafforzarci in quei Paesi, come Italia e Spagna, dove non abbiamo raggiunto il quorum.
Quali sono i vostri obiettivi a Copenaghen?
Sono soprattutto due: ottenere soldi per il trasferimento di tecnologie ai Paesi in via di sviluppo e raggiungere impegni vincolanti sul taglio alle emissioni, andando oltre Kyoto.
C’è una strategia per la ripresa in Italia?
I Verdi di tutti i Paesi europei sono preoccupati dalla nostra assenza. Quello che possiamo fare in questo momento è di portare il discorso del green new deal anche in Italia e di coinvolgere nelle battaglie ambientaliste altri soggetti oltre al Partito dei verdi. La Costituente ecologista va in queste direzione. Le nostre critiche all’Unione non sono isolate. Ci sono varie personalità in Europa che hanno espresso preoccupazione per l’approccio intergovernativo assunto dalla Ue: da Giuliano Amato a Emma Bonino e Mario Monti.
Andare al di là dei partito significa costruire alleanze con altre formazioni?
In Italia io penso soprattutto alla mobilitazione e all’approfondimento culturale. Personalmente, sostenevo il progetto di Sinistra e libertà ma al congresso la mia posizione è stata sconfitta. Penso comunque che la strada della collaborazione sia ancora aperta e che a livello europeo si può lottare per non chiuderci in noi stessi.
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