Il dovere della trasparenza

Prima ancora di conoscere il dettaglio e la fondatezza delle accuse mosse al sottosegretario all`Economia Nicola Cosentino, deputato del Popolo della libertà, sarà bene fare una precisazione. Preventiva e «di metodo» su questa nuova inchiesta che evidentemente riguarda le contiguità e collusioni anche istituzionali della criminalità organizzata al Sud. L`indagine, che stavolta riguarda la camorra e la Campania, non sia utilizzata per alimentare le già troppo accese polemiche tra politica e giustizia. Né la vicenda che c`è dietro - per come sarà svelata dagli atti giudiziari finora raccolti - sia incastonata e confusa nella conflittualità ormai endemica tra magistratura da un lato, partiti, governo e Parlamento dall`altro. Anche nel «caso Cosentino» c`è da auspicare, e anzi da pretendere, un corso rapido della giustizia, nel rispetto della presunzione d`innocenza e di tutte le garanzie nei confronti dell`indagato. Ma, appunto, la giustizia deve fare il suo corso, e la magistratura che l`amministra non può essere delegittimata - tantomeno preventivamente - attraverso le rituali accuse di moventi politici mascherati o simili insinuazioni.` Anche perché si tratta della stessa magistratura che abitualmente indaga sugli intrighi e le malefatte di una criminalità come la camorra che ha infiltrato tutti i partiti e rappresenta un vero pericolo non solo per i cittadini della Campania. Una forma di Antistato che non si limita ad ammazzare senza scrupoli e con modalità agghiaccianti, come ha mostrato il video-shock dell`esecuzione diffuso solo qualche settimana fa, ad imporre estorsioni e tangenti, ma s`insinua nei gangli dello Stato fino a corromperli, corroderli e piegarli alle sue necessità. Contro di essa è indispensabile muoversi col massimo rigore, garantendo rispetto a chi è in prima linea nell`accertamento delle responsabilità. II ministro dell`Interno Maroni e altri esponenti del governo e della maggioranza rivendicano spesso, a volte con ragione, i risultati ottenuti nella lotta a tutte le mafie, dovuti anche e soprattutto al lavoro degli investigatori e degli inquirenti; compresi quelli «anti-camorra» che indagano sul clan dei casalesi e sull`onorevole Cosentino. Al di là delle dichiarazioni, questa è l`occasione per dimostrare ancor più una reale volontà di combattere e sconfiggere la criminalità organizzata ed evitare la delegittimazione della magistratura, che si trasformerebbe nell`indebolimento dello Stato e in un favore (forse il più grande e più desiderato) concesso agli esponenti dell`Antistato inquisiti, arrestati e condannati. Sarà lo stesso onorevole Cosentino a decidere sull`opportunità di fare un passo indietro di fronte a una richiesta d`arresto per il reato di concorso in associazione camorristica; magari per non mettere in imbarazzo un governo che ha già le sue difficoltà ad affrontare in maniera credibile il nodo delle riforme in materia di giustizia, troppo spesso legate a specifiche esigenze politiche. Da tempo si parla di lui come possibile candidato del centrodestra nella corsa per la guida della Regione Campania, scelta che ricade nella responsabilità del suo partito. Anche in questo caso, preventivamente rispetto al merito delle decisioni da prendere, sarebbe il caso che i partiti si dessero la regola di individuare persone che non corrano il rischio di restare impigliate in qualche indagine antimafia. Tutti i partiti. In Campania, dove pure i partiti d`opposizione non sembrano godere di ottima salute sotto questo aspetto, e non solo.
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