In dolce attesa ma presenti in aula per le tre mamme un voto inutile

Dalla Rassegna stampa

C’erano tutte e tre. Federica Mogherini, del Pd, Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza, entrambe di Futuro e Libertà. «Sono un’eroina inutile, ma ho fatto il mio dovere. Adesso mi riposo», dirà Mogherini a fine giornata, Tre voti a favore della sfiducia, fino all’ultimo in bilico nel pallottoliere della conta: «Verranno o no?». Eccole. Alle 10 l’annuncio per agenzia: «Non mancheremo». «A meno che non mi si rompano le acque», ha precisato Mogherini, «sarò alla Camera puntuale». E, alle 12, la parlamentare del Pd, forte anche di una buona tempra, ha fatto il suo ingresso in Aula salutata da un boato dell’opposizione. Spavalda, perché lei stessa aveva dichiarato di essere allo scadere del nono mese, una questione di giorni, forse ore. Un bimbo figlio della fiducia (o della sfiducia). L’infermeria della Camera, nel caso, era pronta con ostetriche e ginecologi. Mogherini aveva per fino scritto alle colleghe: «Se noi tre sa remo costrette a disertare causa pancione, tre del PdL si astengano in segno di solidarietà». Risposta di Barbara Saltamartini, responsabile delle Pari Opportunità del PdL: «Auguri, ma io voto».
Non è voluta mancare, seppure in carrozzina, Giulia Bongiorno. Per l’avvocato di Fini, la presenza non era scontata. La gravidanza l’avena costretta a qualche gionno di ricovero, ma ieri è entrata con la Cosenza e si è sistemata accanto a Gianfranco Paglia, accompagnata da applausi e strette di mano. Precedenza «per motivi di salute» alle deputate incinte, ma Giulia Cosenza, compagna dell’ex ministro Andrea Ronchi, colomba finiana, non ha risposto alla prima chiama. Suspance in Aula. Si tratta ancora. Ma alla seconda chiama Cosenza, che era arrivata in ambulanza, non delude Fini. Ignazio La Russa scherza con Ronchi: «Giulia è una tua vittima». Ma sia nel Pd, che nel PdL, ci sono attestati di stima per le tre future mamme. «II loro é stato un atto di coraggio».

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