Disarmo in Siria, intesa Italia-Iran sulle tappe

Cessate il fuoco, disarmo degli arsenali chimici e accesso umanitario. È questo il paradigma imprescindibile per giungere a una soluzione della crisi siriana, secondo il ministro degli Esteri Bonino. «Si è aperto uno spazio temporale che è molto in salita ma deve essere esplorato dalla diplomazia e dalla politica», ha spiegato il titolare della Farnesina al termine dell’incontro con l’omologo iraniano, Mohammad Javad Zarif. Due í filoni strategici: «È chiaro a tutti che ci deve essere un accordo politico se si vuole essere seri sul disarmo chimico», avverte il ministro. L’altro obiettivo è «l’accesso umanitario e mi riferisco all’accesso agli sfollati che si trovano ancora nel Paese, un aspetto che non può essere dimenticato sul tavolo dei negoziati».
«Ci sono ostacoli enormi e non solo operativi sulle armi chimiche ma anche politici visto che è una crisi più focalizzata in Siria ma che ha diramazioni regionali evidenti - chiosa Bonino - Si deve lavorare ancora molto perché se c’è la possibilità temporale, la praticabilità politica è ancora tutta da conquistare». Un quadro complicato quindi in cui il ruolo dell’Iran è strategico specie alla luce delle prove di apertura da parte della nuova presidenza. «Andiamo a vedere le carte - dice Bonino - non sono né ottimista né scettica, ma sono determinata». Una linea che trae origine dall’invio del vice ministro Lapo Pistelli a Teheran all’indomani dell’elezione di Rohani, e trova conferma nell’annuncio del bilaterale tra il premier Letta e il presidente della Repubblica islamica per giovedì. Non c’è stato spazio per il dossier nucleare nel faccia a faccia di ieri a margine dei lavori della 68a Assemblea generale. «Non ne abbiamo parlato - dice Bonino ma sembra di percepire che ci sia una volontà a tornare a negoziati concreti col 5+1. È logico che si tratta di un argomento che si inserisce nella complessiva situazione regionale che riguarda anche La Siria».
Quello su cui punta Teheran, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, è che ci sia una rimozione veloce di alcune sanzioni e un invito ufficiale a Ginevra 2 con la fissazione in tempi stretti di una data. Sui diritti umani il ministro ha espresso a Zarif apprezzamento per la liberazione di Sotoudeh e degli altri prigionieri politici, «ma ho sottolineato l’avvio di un processo più ampio che ritengo giusto proseguire nel solco del dialogo tra Europa e Iran». C’è stato infine spazio anche per l’Afghanistan con la sigla da parte dei due ministri di un Memorandum of understanding sull’Afghanistan per proseguire la cooperazione nella provincia di Herat dopo il ritiro delle truppe nel 2014».
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