I dilettanti allo sbaraglio di Masi

Dalla Rassegna stampa

Scusate, abbiamo scherzato! Al mattino volevamo tirare il collo alla trasmissione di Roberto Saviano e Fabio Fazio, alla sera abbiamo fatto festa al Benigni prodigo. Così parlò Mauro Masi, direttore generale della Rai. Ieri mattina era scoppiata l'ultima bomba. La trasmissione di Fazio e Saviano, Vieni via con me, che prevedeva la presenza di Roberto Benigni, Paolo Rossi, Antonio Albanese, non sarebbe più andata in onda perché, a detta dei responsabili, i vertici Rai negavano il contratto a Benigni. Ma Masi smentiva: «Non c'è alcuno stop, ma soltanto un doveroso approfondimento portato avanti dagli uffici competenti com'è giusto che sia, in merito a richieste economiche per la Rai molto significative».
Questione di soldi? Pare che Benigni avesse chiesto 250 mila euro per una sola puntata; Lucio Presta, il suo manager, faceva però sapere che il comico toscano era disposto a intervenire anche gratis (il compagno Cioni Mario si fa rappresentare da Presta?). Questione di soldi o c'è altro? In questi giorni Viale Mazzini sta vivendo i suoi giorni più burrascosi: la furibonda lite tra Santoro e Masi (il dg avrebbe potuto multare il conduttore ma lasciar stare la trasmissione), la ventilata ipotesi di togliere la manleva (la tutela legale da parte dell'azienda) alla trasmissione di Milena Gabanelli, l'incredibile partecipazione di Masi alla trasmissione di Vespa (non si era mai visto un dg scendere così in basso in una bega aziendale, per di più mettendo due conduttori della sua azienda l'uno contro l'altro), l'affaire Freccero (un bravo direttore continuamente umiliato dai vertici) e, da ultimo, lo spettro della censura sul programma di Fazio-Saviano (che nella prima puntata si occuperà delle proprietà di Berlusconi).
Nella serata di ieri, ospite del TgLa7 di Enrico Mentana, Roberto Saviano è stato durissimo nei confronti della Rai, lasciando intendere che il programma è a forte rischio se permangono queste condizioni di ostilità mai apertamente dichiarate dai vertici di viale Mazzini. Nella sua lunga storia la R,ai aveva sempre saputo conservare una parvenza di Servizio pubblico; con dirigenti che conoscevano bene il loro mestiere e, nonostante le appartenenze politiche, le regole di quel fantasma fragile che è il pluralismo. Adesso ci troviamo di fronte a dilettanti allo sbaraglio che hanno però bene in mente un secondo fine (anestetizzare la Rai).
Oppure a grandi professionisti che recitano la parte degli sprovveduti per confondere le acque e somministrare sottili torture. Oppure, terza ipotesi, da giorni è stata montata una grande messinscena per far aumentare gli ascolti di Santoro, Dandini, Fazio ecc, senza darlo troppo a vedere. Ma è un'ipotesi troppo raffinata per risultare credibile. Sta di fatto che una volta che si mette in moto il processo di sfaldamento, per la rabbia di non essere stati capaci di opporvisi, i dilettanti si adoperano ad accelerarne il corso. Adesso non resta che una sola mossa. Per respingere le accuse di avidità, per toglier di mezzo ogni possibile speculazione economica, per dare un minimo di idealità a temi così intensamente politici, Roberto Benigni dovrebbe partecipare a titolo gratuito. Avrà altre occasioni per rifarsi, ma intanto mette Masi con le spalle al muro: «It's wonderful, it's wonderful, it's wonderful, good luck my babe, it's wonderful, it's wonderful, it's wonderful...»

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