Diktat alla Pisana Facebook e Twitter solo ai consiglieri e ai portaborse

Dalla Rassegna stampa

Facebook muto, Twitter spento. Fin dal mattino nei corridoi della Pisana è allarme: «La Regione ci ha spento il web». Il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli parla di «censura alla cinese», i Radicali di «ultima frontiera del proibizionismo», insieme improvvisano una manifestazione imbavagliati. Vincenzo Maruccio, Idv, parla di «episodio degno del ventennio, violento e anacronistico». L’allarme dilaga, tantopiù che la "censura" ha poca logica apparente: funziona YouTube, ma su molte radio e quotidiani c’è solo la malinconica scritta: "Le attuali policy aziendali non consentono l’ accesso".
 Gli uffici gettano acqua sul fuoco: nessun mistero, è tutto scritto in una lettera del segretario generale Nazzareno Cecinelli - che però nessuno, o quasi, sembra aver letto. Lo stop ai social network, deciso il 19 ottobre, risparmia i 70 consiglieri regionali, ognuno dei quali potrà "salvare" pure due collaboratori casomai non sapesse o volesse aggiornarsi Facebook da solo. E gli altri siti? Il presidente Mario Abbruzzese assicura che da lunedì «saranno riattivati su richiesta, se realmente necessari rispetto alle mansioni». Una valutazione ardua: a un consigliere del Lazio sarà più "necessaria" Radio Radicale o Radio Padania? Pare già molto comunque che Abbruzzese non la pensi come Mario Brozzi, capogruppo della lista Polverini: «Non vedo l’utilità di accedere alla rete mentre si è in vesti pubbliche e si lavora per l’amministrazione».

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