Dietro il velo non c'è Al Qaeda

L'egemonia culturale all'interno del centro destra è, diciamo così, molto effimera. Quando anni fa in Francia si vietò il velo nelle scuole, Ferrara e Quagliariello, le teste più fine della maggioranza, insorsero contro i giacobini anti-religiosi. Adesso Pdl e Lega hanno fatto passare, per ora in commissione, il divieto di indossare il burqa non solo a scuola ma fuori dalla soglia di casa. Penso che sbagliassero allora e sbaglino oggi, ma è evidente che, almeno, prima c'era una robusta tradizione sanfedista a sostenerli, oggi la leadership culturale sembra passata a Magdi Allam e Daniela Santanchè. Praticamente il Cepu dei neo-cons. L'Islam non c'entra molto. Prova ne sia che solo due paesi musulmani obbligano al burqa. C'entra sicuramente la libertà delle donne. Si dice che è grave se un padre obbliga moglie e figlia a uscire bardate a quel modo. Giusto. Ma sarebbe altrettanto grave se le obbligasse ad uscire, contro la loro volontà, in minigonna.
Eppure nessuno, per fortuna, pensa di vietare minigonne. C'entra però anche la paura che come si sa è cattiva consigliera. Tutti trovavano - secondo un modello che Edward Saia avrebbe definito "orientalista "- simpaticamente pittoresche le donne in burqa che seguivano lo sceicco mentre faceva acquisti da Harrod's. Fino all'11 settembre 2001. Non è che vietare il burqa in nome della "riconoscibilità ", strategia degna di Calderoli, sia lo mossa vincente contro Al Qaeda. A proposito, con le suore come la mettiamo?
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