Dieci catene umane contro il nucleare

Dalla Rassegna stampa

A pochi giorni dall'esito antinucleare in Sardegna e mentre la Camera dei deputati discute del decreto Omnibus, in Italia si terrà una delle più grandi manifestazioni antinucleari dai tempi del referendum del 1987. Domani dieci catene umane, organizzate dal Comitato «Vota Sì per fermare il nucleare», cingeranno altrettanti siti nucleari o candidati a diventarlo: Saluggia (Vercelli), Caorso (Piacenza), Chioggia (Venezia), Monfalcone (Gorizia), Montalto (Viterbo il 22 maggio), Termoli (Campobasso), Nardò (Lecce), Scanzano Jonico (Matera), la foce del fiume Sele (Salerno) e Palma di Montechiaro (Agrigento). «Per dire no all'assurdo ritorno italiano all'energia atomica proprio mentre il mondo guarda sgomento il dramma di Fukushima e si interroga sul futuro dell'atomo. Non vogliamo - afferma il Comitato Pugliese - che il nostro Paese faccia una scelta antistorica, antieconomica e soprattutto pericolosa». Dalle catene umane si leverà anche un grido di protesta «contro la disinformazione e la sordina messa all'appuntamento referendario». E proprio contro i tentativi di non arrivare all'appuntamento col voto del 12 e 13 giugno, il Comitato rivolge un appello ai deputati: «Il Parlamento non si presti al raggiro del decreto Omnibus. Dica no a questo scippo di democrazia». L'appuntamento in Puglia è a Nardò (Lecce) a partire dalle ore 19.30 in Piazza Salandra.

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