Dieci anni fa l’ingiusta guerra all’Iraq

Dalla Rassegna stampa

A oltre 10 anni dall’attacco guidato da Usa e Regno Unito contro l’Iraq di Saddam Hussein, il Partito Radicale, assieme a Non c’è Pace Senza Giustizia, torna in uno dei luoghi simbolo di quel conflitto, la Camera dei Comuni, a Londra. Lo farà domani, per presentare gli atti del convegno "Stato di diritto contro Ragion di Stato" organizzato dai Radicali e tenutosi lo scorso febbraio a Bruxelles al Parlamento e alla Commissione europea. Non è casuale la scelta dello scoppio della guerra in Iraq come punto di partenza per questa nuova, ambiziosa iniziativa. Dopo la campagna "Iraq Libero: unica alternativa alla guerra" con cui proponevamo l’esilio di Saddam Hussein e l’affidamento dell’Iraq a un’amministrazione fiduciaria sotto egida Onu, condotta soprattutto al Parlamento europeo e in Italia, il partito Radicale torna alle radici di quell’iniziativa per compiere il passo successivo volto a scongiurare le temibili conseguenze che quella decisione ha prodotto e ripristinare la fiducia nella democrazia e nello stato di diritto.

Sulle circostanze in cui uno dei Paesi democratici più antichi maturò la decisione di intervenire militarmente in Iraq relazionerà nei prossimi mesi (e con almeno due anni di ritardo) la commissione indipendente sulla guerra in Iraq guidata da Sir John Chilcot. E’ importante sottolineare il valore del lavoro di questa commissione poiché ciò che produrrà sarà il risultato di una lunga negoziazione tra Chilcot e il Governo su quali documenti sensibili rendere pubblici, allegandoli al rapporto finale. Si tratta di una desecretazione che potrebbe assumere una portata storica e che andrebbe nella direzione della concreta attuazione (già in parte esistente con il Freedom of Information Act del diritto alla conoscenza da parte dei cittadini di cosa fanno i Governi in nome dei loro rispettivi popoli. In attesa del Rapporto Chilcot possiamo comunque già affermare che gli errori compiuti e le menzogne alla base di quella scellerata decisione hanno recato un danno allo stato di diritto e alla democrazia, proprio nel Paese che si è contraddistinto per il loro rispetto. Marco Pannella traccia un parallelo per sintetizzare la degenerazione della e delle democrazie, ormai conclamata in molti Paesi, a partire dal nostro, con il tradimento di principi e norme fondamentali sanciti nelle proprie Costituzioni oltre che nelle Convenzioni internazionali sui diritti umani che sono state fatte proprie: in tal senso, se ieri Leonid Breznev parlava di "socialismo reale", oggi Marco Pannella parla di "democrazia reale".

Ancora più opportuna è questa tappa londinese se pensiamo alla recente proposta che in vista delle elezioni in Regno Unito nel maggio 2015 - i conservatori britannici, guidati dal Primo ministro David Cameron, hanno avanzato: quella di recedere dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e di utilizzare la Corte di Strasburgo come mero organo consultivo. Sono lontani i tempi in cui il Conservatore Winston Churchill, nel pieno dispiegarsi della minaccia nazista contro il popolo britannico, affermava il diritto all’obiezione di coscienza al servizio di leva obbligatoria, perché il "nemico" doveva e poteva essere affrontato e sconfitto, non solo sul piano militare, ma anche su quello della civiltà di valori distintivi e di diritti propri di uno Stato democratico e liberale. Ed è lo stesso Churchill che sosteneva, appena finita la guerra, la necessità e l’urgenza della creazione degli Stati Uniti d’Europa come antidoto al ritorno in futuro del pericolo nazionalista, nazista o comunista o "democratico reale" che fosse.

Una visione esattamente opposta a quella dei Tories di oggi a cui il conservatore Churchill iniziò da subito a dare corpo, contribuendo alla fondazione nel 1950 del Consiglio d’Europa e alla Convenzione europea sui diritti umani e relativa giurisdizione. Per queste ragioni, è fondamentale il coinvolgimento attivo del Regno Unito con la sua antica e preziosa storia di democrazia parlamentare. Siamo intenzionati a far sì che la presentazione degli atti del convegno "Stato di diritto contro Ragion di Stato" sia una sorta di trampolino di lancio per questo progetto per i diritti, la conoscenza, la democrazia. Sarà anche un’occasione per lanciare un secondo convegno di Bruxelles da tenersi idealmente nei primissimi mesi del 2015 in cui discutere di come migliorare il rapporto tra i governi e i cittadini, attraverso la possibile creazione di un "diritto umano alla conoscenza" e a sostegno dello stato di diritto, democratico, federalista e laico, tre connotati strettamente legati l’un l’altro, venuto meno uno dei quali lo stato di diritto è un’opera incompiuta.

La presentazione si terrà a Portcullis House, nella sala Grimond dalle 9:30 alle 11:30, sotto gli auspici dell’on. Norman Baker, Sottosegretario all’Interno lib-dem che ha prestato notevole attenzione nel corso degli anni all’Inchiesta Chilcot sulla guerra in Iraq e alle sue conseguenze. Altri partecipanti includono Owen Thomas, docente di Politica e Relazioni Internazionali presso l’Università di Exeter, Stephen Plowden, cittadino britannico che ha presentato una richiesta di accesso alle informazioni tramite il Freedom of Information, Marco Perduca, già senatore radicale, Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale di Non c’è Pace Senza Giustizia e Marco Pannella. Sarà presente anche Lord Steel, ex leader del Partito Liberale, primo Presidente del Parlamento scozzese e autore della legge sull’aborto nel Regno Unito.

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