Il dibattito sulle bombe

Dalla Rassegna stampa

Bombe o non bombe? Questo è il problema dei Parlamento italiano. Questo dibattito è stato al centro dell'informativa del ministro della Difesa Ignazio la Russa a Senato e Camera. La Russa potrebbe fare una scelta da solo, come ha ribadito nella sua intervista a Sky Tg24: l'eventuale decisione di armare i nostri aerei con bombe "sarà mia e solo mia", perché "i militari mi chiedono di non dover più richiedere l'aiuto degli aerei americani, francesi e inglesi e io non me la sono sentita dì rispondere subito da solo, prima voglio consultarmi con le commissioni parlamentari". Ma non sarà il dibattito nelle Camere a determinare un sì o un no, bensì la prossima consultazione con gli alleati: "La prenderò (questa decisione, ndr) solo dopo che a Lisbona, al vertice Nato del mese prossimo, avrò verificato la situazione sul campo. Se ci fosse un miglioramento anche piccolo della sicurezza dei nostri militari darò l'ok".
La Russa, da un lato chiede armi pesanti per proteggere gli uomini impegnati nella missione, dall'altro ricorda che, comunque, l'inizio del ritiro del nostro contingente inizierà l'anno prossimo. Dunque la giornata di dibattito parlamentare di ieri serviva a tastare il polso ai vari partiti. Il PdL è allineato con la proposta del ministro per motivi di sicurezza del nostro contingente, il Pd si oppone alle bombe (ma anche al ritiro), l'IdV si esprime ancora una volta a favore di un ritiro immediato, l'Fli è favorevole, non solo alle bombe, ma al dispiegamento di più uomini in campo, la lega preme l'acceleratore sul ritiro "graduale", i Radicali, per bocca di Emma Bonino, trovano sbagliato fissare un calendario di un ritiro (che potrebbe essere usata come preziosa informazione dai Talebani) e suggeriscono di comprare l'oppio afgano. Per ricavarne morfina e privare gli jihadisti di una forte fonte di guadagno.
Tutte posizioni legittime. Ma le decisioni, come anticipato da La Russa, si prenderanno altrove. E solo dopo aver verificato le condizioni sul campo. Che non sembrano affatto essere rassicuranti. Ieri i militari italiani, assieme ad altre forze Nato e afgane hanno invece partecipato a una missione per arrestare un leader talebano nella provincia di Herat. E sempre ieri, un altro convoglio italiano è stato coinvolto dall'esplosione di un ordigno stradale (nel distretto di Gulistan), che, fortunatamente, non ha causato perdite.

© 2010 L'Opinione delle Lib. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK