Di Pietro e le metafore omofobe

Per esprimere il senso della sua contrarietà all'ipotesi di un governo Monti poteva limitarsi a dire di ritenerlo innaturale. Tutti avrebbero capito e, siccome ognuno ha la sua idea di quello che è naturale, nessuno si sarebbe offeso. Nossignore, Antonio Di Pietro quando parla ha un bisogno insopprimibile di affidarsi alle metafore. E così ha pensato bene di esemplificare: «È come un matrimonio fra uomini». Questo succedeva a "Porta a Porta ". Poi ieri mattina, sempre in televisione, ha deciso di precisare: «Due maschi in camera da letto non fanno figli».
La sollevazione del mondo gay è seguita inevitabile, di «concetti triviali e arcaici» ha parlato Aurelio Mancuso. «Una battuta sicuramente infelice, Di Pietro è dispiaciuto» ha provato a rattoppare il povero Franco Grillini, ex presidente dell'Arcigay e oggi dirigente dell'Idv. La gaffe è talmente forte da dare spazio a due possibili interpretazioni. O Di Pietro non voleva offendere nessuno, e allora non resta che concludere che non sa quello che dice. Ma questa non può essere considerata una caratteristica rassicurante per un politico e, sia detto di passata, nemmeno per un pubblico ministero. Oppure si rende perfettamente conto e lo fa apposta. Non per dispetto a Grillini ma per rassicurare una quota, che evidentemente stima non piccola, del suo elettorato che si affida, a pulsioni "arcaiche e triviali". Si può solo aggiungere che se è una parte in commedia è interpretata con grande naturalezza.
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