Di Pietro con Bonino Un'anomalia

Prima di essere scoraggiato da lei stessa, vi confesso di essere stato per un po' tentato dall'idea di votare la Bonino alla presidenza della regione Lazio, condizionato da una vecchia stima, anzi simpatia per la dirigente del movimento radicale. Che crebbe con la prova di eccellenza fornita alla Commissione europea di Bruxelles, alla quale fu destinata nel 1994 dal già allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Non aveva per niente torto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani nel definirla il mese scorso una "fuori classe", prima ancora ch`egli riuscisse a formalizzare l`appoggio del partito alla candidatura che con abile tempestività la vice presidente del Senato aveva messo
sul tavolo dopo il ritiro ingloriosamente trans del governatore uscente Piero Marrazzo. A farmi
crescere la tentazione di votare la Bonino - confesso anche questo- era stato il richiamo, a mio
avviso improprio, di alcuni dei suoi avversari alle antiche polemiche sulla legge di disciplina dell`aborto. Alla cui causa Emma diede più di 30 anni fa un contributo non riducibile a quella foto, ripescata negli archivi, con una pompa di bicicletta fra le mani per interrompere le gravidanze. Le pratiche abortive erano allora tanto diffuse quanto clandestine, ed eseguite con metodi anche più odiosi e rischiosi di una pompa di bicicletta.
Una foto che invece non perdono alla Bonino, e che mi ha fatto passare la voglia di votarla,
è quella che nei giorni scorsi l`ha ritratta tutta compiaciuta accanto ad un trionfante Antonio Di
Pietro, da lei esibito in una conferenza stampa come un prezioso alleato nella stia corsa elettorale.
Mi ero illuso che Emma non gradisse ma semplicemente subisse, con un fastidio coerente con
la sua storia politica di garanti sta, una compagnia politica così ingombrante come quella dell`ex
magistrato. La cui disinvoltura in tema di rapporti tra giustizia e politica ha appena prodotto la
candidatura alle regionali pugliesi, come capolista, di un sostituto procuratore della Repubblica
protagonista d`indagini sull`ex governatore ed attuale ministro Raffaele Fitto. Ma egli è anche
fresco d`inchiesta sull`amministrazione uscente guidata da Nichi Vendola, con il quale pertanto,
in caso di vittoria, si troverebbe a negoziare la partecipazione alla nuova giunta regionale da
inquietanti posizioni di forza. Nasce probabilmente anche da questa incresciosa situazione la dichiarata "sofferenza" del sì del Consiglio Superiore della Magistratura all`aspettativa reclamata
dalla toga dipietrista, mentre erano già stati stampati, distribuiti e forse persino _ affissi a Bari i
suoi manifesti elettorali. Speravo che la Bonino volesse e potesse spingere Bersani a svincolarsi
dall`alleanza con Di Pietro dopo le derive di questa campagna elettorale. Ora so che non vuole. O non può, se pure lo volesse, vista la piega che ha imprudentemente dato alla propria candidatura alle regionali del Lazio, che hanno peraltro il carattere più spiccatamente politico di questo turno elettorale.
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