Detenute madri: «Non approvate quella legge»

Dalla Rassegna stampa

Mai più bambini in carcere», era lo slogan adottato dal Guardasigilli Alfano circa dee anni fa. Ieri, il disegno di legge che si sta occupando della situazione penitenziaria delle delle detenute con figli minori da 0 a 3 anni era pronto per l'approvazione in Senato, ma la coincidenza con l'8 marzo non è stata fortunata. Grazie all'opposizione dei Radicali italiani e delle associazioni ARomaInsieme, Il detenuto ignoto e Terres des Homme, il testo tornerà con ogni probabilità in Commissione Giustizia per chiarire «alcuni dettagli». Così ha preannunciato ieri il presidente dei senatori del PdL Maurizio Gasparri, spiegando che il rinvio è stato oggetto di una discussione in Conferenza dei capigruppo. Prima, l'intesa bipartisan a licenziare il ddl in tempo per la Festa della donna, poi la retromarcia. La ragione del ravvedimento è stata chiarita dalla senatrice radicale Donatella Poretti che nella conferenza stampa organizzata per contrastare l'approvazione di un provvedimento inadeguato e “di facciatà”. Ha ribadito che esso «è inutile perché non prevede il diritto della madre ad assistere il piccolo quando viene eventualmente ricoverato in ospedale, non stanzia denaro e innalza l'età del minore dai 3 ai 6 anni introducendo così una norma dalla dubbia interpretazione che potrebbe portare in carcere altri minori». Anche Terres des Hommes ha chiesto che «la nuova legge escluda in ogni caso che le madri di bambini di età inferiore ai 10 anni scontino la pena in istituti penitenziari ordinari», ricordando che «oggi sono almeno 55 i bambini al di sotto dei 3 anni che abitano in carcere a seguito delle mamme detenute, mentre sono migliaia i minori che vivono lontani dalle loro madri in prigione, in palese violazione della Convenzione ONU dei Diritti dell'Infanzia a cui l'Italia è vincolata». Per Leda Colombini, da 18 anni a Rebibbia femminile con la sua associazione ARomaInsieme, «alla Camera è stato raggiunto un compromesso al ribasso e a danno dei bambini».

© 2011 Terra. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK