Destra francese tra accuse e rancori cresce la nostalgia per Sarkozy

Dalla Rassegna stampa

Le primarie sono un gioco politico esaltante, che però può diventare terribile. Anziché l'affermazione di un leader, si rischia l'esplosione di rivalità e la rissa, con accuse di brogli e rancori personali che mineranno a lungo la coesione del partito. C'è dunque da meditare sullo spettacolo offerto in Francia dall'Ump, con i due rivali Frangois Fillon e Jean Frangois Copé autoproclamatisi vincitori in attesa di contestatissimi riconteggi. Spettacolo che ha deluso i militanti andati in massa a votare e trasformato la contesa politica in un feuilleton che farà sorridere soltanto il presidente socialista Frangois Hollande: con un'opposizione ridotta così, può stare tranquillo. Al di là del risultato, la frattura resta profonda, perché Copé, alla fine vincente per 98 voti, dovrà cominciare la difficile ricomposizione del partito. Frattura in parte inevitabile, se si considerano, oltre alle diversità culturali, di programma e strategia dei due sfidanti (più nella tradizione dei popolari Fillon, più liberale e «sarkozista» Copé), anche le diverse sensibilità che ormai affollano il mondo della destra francese: dalla tradizione gollista ai centristi, dai radicali di destra a quanti vorrebbero «sdoganare» il Fronte Nazionale di Marine Le Pen o comunque recuperarne l'elettorato con una virata a destra, come aveva tentato Nicolas Sarkozy nella campagna elettorale perduta. In ogni caso, una leadership così fragile non avrà subito le credenziali per la candidatura all'Eliseo, nel 2017, secondo la regola che il presidente del partito sia anche candidato naturale alla presidenza. Così fra schede ricontate e riunioni bollenti della commissione di controllo, tramonta l'ambizione di costruire il partito unico della destra e cresce la nostalgia per Sarkozy, il cui ritorno nell'arena sarebbe benvoluto da due simpatizzanti su tre. L'ex presidente, da mesi in silenzio, sarebbe in attesa che la corrente si porti via avversari e detrattori per riprendere la testa del partito. C'è chi dice che non abbia ambizioni di rivincita, ma sogni poltrone europee. Difficile però che continui a stare alla finestra dopo questo psicodramma. E si sa che una tigre non diventa vegetariana.

 

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