La denuncia dei Radicali: «Firme false per Formigoni»

Dalla Rassegna stampa

«La perizia calligrafica rivela la presenza di 374 firme false sul listino regionale "Per la Lombardia" a sostegno di Roberto Formigoni. Ed è una stima prudenziale, perché il controllo è ancora in corso». La denuncia parte dai radicali della lista Bonino-Pannella e arriverà dritta in tribunale, sede civile e penale, con l'ipotesi di reato di falso. Al presidente si deve dimettere, le elezioni regionali di marzo sono state illegittime», dice Marco Cappato. Il leader Marco Pannella va anche oltre: «Processare Formigoni sembra inevitabile perfino in questo suo regime. Occorrerà che la democrazia italiana processi questa gente e uno come lui lo metta almeno per un po' in galera». Il fatto è che 374 firme non valide sarebbero sufficienti per far crollare il numero complessivo raccolto (3628) sotto la soglia minima necessaria (3500) per presentare la lista alle elezioni.
Cappato ricorda anche le intercettazioni telefoniche nell'ambito dell'inchiesta sulla P3 e l'interessamento alla vicenda del presidente della Corte d'appello di Milano Alfonso Marra: «Formigoni si è rivolto a personaggi non proprio credibili per ottenere aiuto sulla questione delle liste - continua l'esponente radicale - ha mentito e accusato i radicali di aver manomesso i moduli, si deve dimettere perché non poteva non sapere di avere firme totalmente false, apposte dalla stessa persona». Ancora: «Sul piano formale le elezioni sono state illegali - dice sempre Cappato - Poi, c'è il fatto politico: i lombardi hanno il diritto di ottenere che un presidente che ha dichiarato il falso venga sanzionato» .
TRIBUNALI E COMPLOTTI
Ricapitoliamo: la lista "Per la Lombardia" era stata esclusa il primo marzo dalla Corte d'appello di Milano che aveva accolto il ricorso della lista Bonino-Pannella secondo la quale il numero di firme valide non era sufficiente. Il centrodestra si rivolse al Tar con altri due ricorsi, e due giorni dopo lo stesso Tar accolse una richiesta di sospensiva che riammetteva di fatto la lista alle elezioni, decisione poi confermata dalla sentenza e dal Consiglio di Stato a cui si erano rivolti la Federazione della sinistra e i radicali. Per recuperare le liste escluse (in Lombardia e in Lazio) il governo aveva anche approvato un decreto legge apposito.
I giudici del Tar lombardo avevano comunque deciso accogliendo il ricorso del Pdl secondo cui i radicali non avevano diritto a ricorrere. «Oggi - riprende Cappato - abbiamo i tabulati perché abbiamo fatto ricorso come cittadini e non più come appartenenti alla lista Bonino-Pannella». Tabulati che sono stati sottoposti all'esame dì un perito calligrafo accreditato al Tribunale di Milano. Il governatore lombardo replica stizzito: «E la solita iniziativa propagandistica dei radicali - dice - cui non intendo fornire alcuna eco. Facciano la querela e risponderemo in quella sede». «Le loro affermazioni - aggiunge, buttandola una volta di più sul complotto - sono del tutto-false, offensive e infondate. Gli elettori si sono pronunciati chiaramente, dando la vittoria a me e alla mia coalizione e nessuno riuscirà a rovesciare la loro volontà». Emma Bonino lo gela così: «Formigoni lasci perdere il suo tono da lesa maestà e la chiamata in causa della volontà popolare».

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