Denuncia dei radicali: dal '97 affitti "sospetti" per 580 milioni

A cavallo tra politica e affari, la "telenovela" raccontata ieri in conferenza stampa da Marco Pannella, Rita Bernardini, Marco Staderini e Marcello Crivellini prende le mosse nel 1997 alla Camera - presidente Luciano Violante - anno in cui il ramo basso del Parlamento, premuto da esigenze di espansione, stipula un primo contratto con la società "Milano'90" che fa capo al costruttore romano Sergio Scarpellini, per l'affitto di uno stabile attiguo a piazza San Silvestro. Canone 12 miliardi di lire l'anno per 9 anni + 9.
L'edificio non è di proprietà di Scarpellini, ma lo diventerà grazie ai soldi dell'affitto. Il sodalizio - che i radicali hanno illustrato in un dossier dal significativo titolo di "Amici miei" trasmesso anche alla Procura della Repubblica - si estende poi ad altri quattro immobili contigui, destinati prevalentemente ad uffici, con un esborso da parte della Camera nei 13 anni successivi di circa 580 milioni (352 affitto, 208 servizi vari, 16 ristorazione).
Nel 2010 un nuovo contratto aumenta gli introiti per "Milano '90", tra l'altro 350 mila euro l'anno per «pulizia delle verdure». Conclusioni della Bernardini, che ha dovuto sudare le sette camicie e iniziare uno sciopero della fame per superare le resistenze dei questori della Camera allo scopo di ottenere la documentazione sugli appalti, finalmente concessa da Gianfranco Fini, primo presidente di Montecitorio «a far cadere il muro di omertà dei questori»: «Fatto sta che la Camera continua a spendere soldi per non comprare nulla, mentre "Milano '90", che non ha speso una lira, si ritrova la proprietà di mezzo centro storico di Roma». Per Pannella la conferma che, «nel corso di questi anni, i partiti, nessuno escluso salvo i radicali, si sono comportati come associazioni a delinquere».
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