Democrazia a digiuno

Bluff? Boutade? Solita carnevalata radicale? Fate voi, ma uno sciopero della fame e della sete non è mai uno scherzo. Se Emma Bonino, ufficializzando la decisione in conferenza stampa ieri a Milano, ha deciso eli ricorrere a questo strumento un motivo serio ci deve essere. Se lo chiedete
all`interessata, risponderà che «lo stato di diritto e la legalità non sono optional, via presupposti per far crescere il Paese». E che «è difficile chiedere ai cittadini di rispettare le leggi se la
classe politica che le emana è la prima ad aggirarle».
La questione, ín estrema sintesi, è questa: negli ultimi tre anni le elezioni in Italia sono state caratterizzate dalla modifica delle leggi elettorali a campagna elettorale già avviata. E' successo alle politiche del 2006, alle europee del 2009 e sta accadendo di nuovo alle regionali 2010. il Consiglio d`Europa ha stabilito che per considerare le elezioni corrette e democratiche «gli elementi fondamentali del diritto elettorale non devono essere modificate nell`anno che precede le elezioni». L'Italia però se ne frega. Per le elezioni regionali 2010 ben sei leggi elettorali sono state cambiate a risolto meno di un anno dal voto: Calabria, Basilicata, Umbria. Toscana, Piemonte, Campania
e Puglia. ln molte Regioni è praticamente impossibile raccogliere le firme per la presentazione delle liste dei candidali a causa della gravissima incertezza circa le regole degli adempimenti da onorare. La legge 113 del 1095, poi, che impone ai Comuni di fornire assistenza per la raccolta delle firme è nei fatti disattesa. In questo, e molto altro ancora, che cercano di far conoscere i Radicali (per saperne di più è a disposizione un dettagliatissimo dossier al sito www.radicali.it). Ed è per questo che stanno dando corpo a iniziative nonviolente e gandhiane come il digiuno integrale di Emma Bonino. La parola ora spetta al governo: può, se vuole, sanare questa incredibile, intollerabile
serie di gravi illegalità. Ma spetta anche a te, che leggi questo giornale: puoi decidere di restare inerte, indifferente, oppure mobilitarti come puoi e sai. Perché se si vuole si può. Se si può si deve.
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