La decisore d'Israele

Dalla Rassegna stampa

Quando Israele, un anno fa, rinnovò la costruzione nelle colonie di Cisgiordania, nonostante le pressioni contrarie dell'Amministrazione Obama per rilanciare i negoziati con i palestinesi, il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, riuscì a vincere sulle resistenze del primo ministro, Benjamin Netanyahu, disposto a discutere il prolungamento del congelamento. Il capo della diplomazia israeliana, boicottato da mezzo mondo, adesso torna a imbarazzare Netanyahu chiamando il presidente palestinese Abu Mazen "uno dei maggiori ostacoli alla pace", Lieberman ieri ha fatto sapere alla Casa Bianca che non se ne parla di congelare le colonie o di scusarsi con la Turchia per la flottilla. "Itnù lcablù", se daranno riceveranno, scandisce Lieberman contro i palestinesi. A cui l'ufficio di Netanyahu replica: "La posizione d'Israele è quella espressa dal primo ministro". Netanyahu è sempre più silenzioso su Lieberman, perché se si votasse oggi né il premier né Tzipi Livni, leader centrista di Kadima, potrebbero fare a meno del ministro oltranzista, Secondo un sondaggio Globes, una coalizione di destra senza Lieberman avrebbe 54 seggi; Kadima più Lieberman sarebbe a 56. In ogni caso, Lieberman è l'asso di ogni coalizione. Non solo. Per il veterano del giornalismo israeliano, Amir Mizroch, Lieberman cerca di costruirsi la figura di premier a capo di una coalizione conservatrice in caso Netanyahu abbracci il centro per rilanciare i negoziati. "Lieberman attacca Abu Mazen pensando a Netanyahu", dice Mizroch. "Se Netanyahu prende Kadima Lieberman potrebbe prendere i nazionalisti del Likud e presentarsi come il capo della destra. Netanyahu lo teme più di ogni altra cosa". Lieberman ha già strappato diversi politici al premier, da Uzi Landau a Danny Ayalon, e un recente sondaggio nei licei lo ha eletto "politico più popolare". Scrive Mizroch che ormai "non si parla più di Lieberman primo ministro come fantascienza". Per capire quanto a destra stia andando l'opinione pubblica israeliana, a oggi il partito Ha'atzinaut (lei laburista Ehud Barak non entrerebbe neppure in Parlamento.

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