Ddl svuota-carceri riveduto e corretto. "Deciderà il giudice"

Con tre emendamenti depositati in Commissione Giustizia a Montecitorio il governo ha praticamente riscritto il cosiddetto ddl svuota-carceri, duramente criticato dalla Lega e dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Un emendamento cancella l’automatismo per cui ai detenuti ai quali resta un anno di pena è concesso di scontarla a domicilio. Se potranno uscire dal carcere lo deciderà il magistrato di sorveglianza valutando anche "l’idoneità" del domicilio. Stralciato inoltre l’articolo che prevedeva la sospensione della detenzione con la messa alla prova presso i servizi sociali. Lo stralcio è stato votato quasi all’unanimità dalla Commissione: contro si è espressa solo la deputata radicale eletta nel partito democratico Rita Bernardini, in sciopero della fame proprio per protesta contro il sovraffollamento delle carceri. Nei giorni scorsi si era registrata una dura ostruzione da parte della Lega che aveva definito il provvedimento «peggio di un indulto».
Ma ieri anche il Pd ha commentato positivamente le modifiche al testo. Tanto che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano ha ritenuto possibile che in commissione il consenso possa «andare anche oltre rispetto alla stessa coalizione di maggioranza». Il Guardasigilli aveva concepito il provvedimento come uno strumento per decongestionare lo stato di sovraffollamento delle carceri (67,542 reclusi su una capienza reale di 44mila).
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