Il danzatore, la femminista, la giornalista. Il listino tutto polemiche e molto Emma

Dalla Rassegna stampa

Si riuniscono tutti alla nobile e un po' decaduta Casina Valadier, sul Pincio, dalle cui vetrate si domina il più bel barocco romano, Cupolone in fondo. II caso vuole che i quattordici del listino del centrosinistra laziale vengano presentati nel giorno in cui le possibilità di vincere - causa le memorabili papere del Pdl nella presentazione delle liste - si fa un po` meno irraggiungibile. Visto così al netto dei morti e feriti lasciato per strada - il consiglio regionale avrebbe il fascino semplice ed elegante del danzatore Raffaele Paganini, étoile mondiale, «mi ha chiamato Emma, non la conoscevo, le ho detto sì». O l'impegno di Luigina Di Liegro, nipote di Don Luigi, già assessora alle politiche sociali della giunta uscente.
C'è la femminista Bia Sarasini (sinistra ecologia e Libertà), la giornalista già segretaria di Stamparomana Silvia Garambois (Federazione della sinistra), il docente di storia Medievale Alfio Cortonesi, il neuropsichiatra della Cattolica Pier Luigi Scapicchio (Pd area molto cattolica), una giovane studente area Italia dei valori del comitato per lo scioglimento di Fondi. Emma Bonino è soddisfatta: «Qui c`è una parte della storia e del futuro del'`Italia». «Questo listino allarga per la prima volta i confini stretti della coalizione, e la verità è che in gran parte la responsabilità è di Emma», dice Riccardo Milana, il capo del comitato elettorale, Pd, che è anche un po` come scaricare la responsabilità politica finale sulla candidata, che in effetti ci ha tenuto ad assumersela tutta. Alla fine infatti i più `targati` nel listino sono proprio i radicali, come Michele De Lucia (il tesoriere di Radicali italiani) e Antonella Casu (l`ex segretaria),
Non mancano infatti gli scontenti. Durante la presentazione arriva sui cellulari una lunga e amarissima lettera della consigliera uscente Luisa Laurelli, area Marino, che lascia la politica se la prende col suo partito, che prima le ha promesso un posto nel listino e poi le ha «chiuso la porta in faccia». Per questa ragione la mozione ha deciso di lasciare gli organismi di partito, nel Lazio.
«Capisco l`amarezza», si difende il segretario regionale Alessandro Mazzoli, «è stata fatta una scelta che ha riguardato tutte le forze della coalizione: il titolare vero dell'intera operazione è Emma Bonino. E' stato fatto uno sforzo su figure che non fossero di stretta provenienza dei partiti. Una impostazione giusta e opportuna».
Scontento dai Verdi, esclusi anche loro. Qualche malumore serpeggia anche per Emma Bonino "asso pigliatutto": a capo del listino e della lista Bonino-Pannella, un po' a scapito della lista civica per Bonino presidente, capitanata da Lidia Ravera.
 

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